Testadeporcu

I Hate Music

2015 (Jazzcore Inc.)
avant-prog, jazz-metal

Resuscitata la mitica sigla Splatterpink, pioniera del jazzcore tricolore, Diego D’Agata rimpolpa la riscoperta del genere resuscitando anche il progetto parallelo in coppia con Claudio Trotta (il batterista dei prodigiosi Deus Ex Machina), Testadeporcu.

Il loro primo “Acciaiu” (2005) sterza verso la violenza nucleare dello zeuhl dei Ruins. Già l’iniziale “Gli ultimi giorni di Jean Groix” racchiude tutto ciò che il duo sa fare (cambi di tempo assassini, dadaismo sciolto). Quindi il travestismo satanico Patton-iano in “Dead Cabernet”, la schizofrenia brutale di “John Zorn” (il più vicino ai colleghi nipponici), pur minori, espandono ulteriormente le possibilità.
I 7 minuti di prog-metal straziato da ogni sorta di virtuosismo velenoso in “Lofregarattorius”, imitati poi nelle dissonanze vocali di “Simonyzer”, fanno storia a sé. Dissimulano invece un caos brado quei bozzetti piccoli ma carichi di variazioni (i 45 secondi di “Mature Lady”, con batteria a spazzole, il funk-metal stilizzato di “Stone Vagina”, e persino uno schizzo di soundscape quieta come “Il Parquet ruminante”).

Il secondo “I Hate Music” espande appena l'“orchestra”. Tocchi di vibrafono, in “The Hortodox” (una delle più fusion), coretti campionati e ambience misteriosa, nella title track (la più divertente, un nonsense funk), chitarra e sax atonali, in “The Fapper” (che riempiono gli spazi tra le botte dei due), qualche istante di videogame, all’inizio del prog-zeuhl isterico di “The Amazing Adventures Of John Loal”, tutto fanno meno che rassicurare.
Alcuni controtempi lanciati a razzo - da “Hey Andersen” a “L’anatra infernale” a “Lo spacchiuso”, già loro cavallo di battaglia - lascerebbero a bocca aperta Les Claypool. I nuovi record di brevità (la filastrocca di “Sugli Appennini”, che sembra provenire dagli Splatterpink, i motti brutali di “I’m Deutsch” e “Drogah” e i 30 secondi di dadaismo metal di “Gloid”) stanno a metà tra incompiutezza casuale e concisione irritante.

Dieci anni dopo, la sostanza non cambia. Sono intatti foga, spinta d’assalto, irriverenze demenziali, esercizi virulenti e sardonici, alta ma slabbrata tecnica strumentale. Vi è, ma è la prassi dei due e dello stile d'appartenenza, la ripetitività che solo un avvezzo al genere può apprezzare. Tante tracce e un bel po’ di riempitivi (tra cui due outtake di “Acciaiu”: “Speedball” e i 6 minuti di “Yaba!”). Ospiti, tutti romani: Manlio Maresca dei Neo (chitarra), Carlo Conti (sax), Manlio Di Gasbarro (vibrafono).

21/11/2015

Tracklist

  1. I Hate Music
  2. Salvinerin A
  3. The Fapper
  4. The Amazing Adventures Of John Loal
  5. DogTemporary#3
  6. L’anatra infernale
  7. The Hortodox
  8. Sugli Appennini
  9. I Hate Jazz
  10. I’m Deutsch
  11. Speed Nano
  12. Goatse Of Funky
  13. Gloid
  14. De Syncrotronz
  15. Drogah
  16. Lo spacchiuso
  17. Hey Andersen
  18. Yaba!
  19. Speedball

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