Mike Patton

The Place Beyond The Pines O.S.T.

2013 (Milan Records)
original motion picture soundtrack

Terzo lungometraggio per Derek Cianfrance, regista indipendente americano noto per il precedente “Blue Valentine” (2010), e anche per Mike Patton, nel suo tardo ingresso nella film music con “Crank: High Voltage” di Mark Neveldine e Brian Taylor (2009) e “La solitudine dei numeri primi” di Saverio Costanzo (2010). Patton però non è nuovo all’universo-cinema, vista l’esperienza di rivisitazione di vecchi temi cinematografici e televisivi con i “Director’s Cut” dei Fantômas, ispirati al progetto Naked City di John Zorn. Non è nuovo anche alla rilettura della musica popolare (con Mondo Cane), alle incursioni vocali nel mondo dell’elettronica (in “Medulla” di Bjork, 2004) e a quelle musicali tout-court nella musica colta (“Laborintus II” di Luciano Berio all’Holland Festival nel 2010, edito da Ipecac nel 2012).

In “The Place Beyond The Pines” (in Italia "Come un Tuono") tutte queste esperienze confluiscono con una magnifica sintesi, sublimandosi in una partitura composta di haiku, frammentata e densa come per natura è la musica da film. Una partitura che racconta un dramma generazionale di colpe che dai padri ricadono sui figli in un circolo claustrofobico e asfittico, come in “Family Trees”, tema grave e circolare per cori maschili e femminili, chitarra elettrica e metallofono. L’estasi espressa dal pianoforte minimale di “Snow Angels” accompagna invece la corsa in motocicletta del neo-papà impersonato da Ryan Gosling, per infrangersi infine in una successione armonica sinistra.
I temi di Patton rendono il film teso, lirico e drammatico, in particolare quando seguono il protagonista del primo atto, illudendolo della quiete ma sottendendo presagi neri “come storni”, qualcosa pronto ad abbattersi su di lui repentinamente.
Oltre alla musica di Patton, la colonna sonora include altri brani simbolici: “Ninna Nanna per Adulteri” di Ennio Morricone, “Fratres For Strings And Percussion” di Arvo Pärt, “Miserere Mei” di Gregorio Allegri riarrangiato da Vladimir Ivanoff, così come “Please Stay” dei Cryin’ Shames, a ricordarci col suo sound la coppia perduta che ballava in “Blue Valentine”.

C’è tutto in questa colonna sonora – tradizione e innovazione, passato e presente, trascendente e immanente – tutto quello che è imbrigliato nel film, in una drammaturgia imperfetta e dolorosa in cui la musica è chiamata ad affliggere e liberare il film stesso e i suoi personaggi. Dall’ultima immagine i titoli di coda li canta Bon Iver: “Someday my pain, someday my pain/ Will mark you/ Harness your blame, harness your blame/ And walk through” (“The Wolves (Act I e II)”).
Peccato per l’assenza nel disco di “Dancing In The Dark” di Bruce Springsteen, brano emblematico all’interno del film. Forse avrebbe stonato nella scaletta, ma ci avrebbe ricordato la sequenza dei festeggiamenti di Gosling e del suo socio dopo la prima rapina, l’illusione di un sogno (americano) a portata di mano.

29/01/2014

Tracklist

1. Schenectady
2. Family Trees
3. Bromance
4. Forest of Conscience
5. Beyond the Pines
6. Evergreen
7. Misremembering
8. Sonday
9. Coniferae
10. Eclipse of the Son
11. The Snow Angel
12. Handsome Luke
13. Please Stay – The Cryin’ Shames
14. Miserere Mei – Vladimir Ivanoff
15. Fratres for Strings and Percussion – Arvo Part
16. Ninna Nanna Per Adulteri – Ennio Morricone
17. The Wolves (Act I and II) – Bon Iver

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