A dir poco spiazzante il ritorno discografico dopo ben quattordici anni di una delle band di punta del movimento alt-rock italiano degli anni 90.
Chi associa il nome degli Ustmamò a temi tendenti a certo pop, talvolta anche zuccheroso, con la voce di Mara Redeghieri a caratterizzarne il timbro, avrà di che sorprendersi mettendo sul lettore “Duty Free Rockets”.
Mara al momento non ha potuto prendere parte alla reunion, oggi insegna a tempo pieno, e come lei Ezio Bonicelli; la nuova incarnazione della formazione è stata fortemente voluta da Luca Alfonso Rossi, al quale si è associato ben volentieri il fido Simone Filippi.
Non è l’unica novità: c’è il passaggio al cantato in inglese e soprattutto un cambio forte nella direzione musicale, che ora tende in maniera convinta verso certa “americana”, mischiando brume desertiche, rimandi blueseggianti, con largo spazio riservato alle chitarre, sovente slide, e a sonorità roots.
Accanto a nove tracce autografe vengono proposte due cover: “Don’t Go To Strangers” è nota per l’esecuzione di J.J. Cale, “Hambone” è un classico country/rock’n’roll scritto da Carl Perkins.
Si respira aria di praterie sconfinate e bourbon consumati in veranda al tramonto (“Done”, “I Want To Tell You”), tutto è reso con classe ed eleganza, senza mai andare sopra le righe, ma senza nemmeno disdegnare qualche benvenuta impennata elettrica (“The Last Trap”, "Wha Wha Wind").
“Duty Free Rockets” è un ritorno davvero gradito, che segnala dei musicisti mai fermi sulle proprie posizioni acquisite, un lavoro che deve fungere da stimolo per tutte quelle giovani band che troppo spesso tendono a riproporre pedissequamente sé stesse. Sperando che si tratti di un ritorno definitivo, e che presto anche Mara ed Ezio trovino il tempo di riunirsi al gruppo, portando magari in dotazione ulteriori spunti vincenti.
04/05/2015