Weird - A Long Period Of Blindness

2016 (Lady Sometimes Records)
shoegaze, dream-pop, post-rock

C'è una nuova piccola label a Roma - si chiama Lady Sometimes Records - curata con dovizia artigianale, intenta ad affacciarsi nel labirinto sonoro di casa nostra prefissandosi l'obiettivo di promuovere in particolare la scena emergente shoegaze/dream-pop/slowcore.
È esattamente in quest'alveo che si muove la seconda prova dei Weird, trio guidato dalla voce e dalla chitarra di Marco Barzetti, giunto alla seconda prova in studio a due anni dall'esordio "Desert Love For Lonely Graves".

Marco è uno che si butta, lo abbiamo visto anche affrontare il palco da solo, senza timori, accompagnato soltanto dalla propria sei corde e da una bel set di effetti. Si ispira apertamente all'estetica nineties di My Bloody Valentine e affini (con la voce perennemente riverberata mai troppo distinguibile), ma senza troppe menate nostalgiche.
Altri punti evidenti di contatto sono con la scena post-rock, non tanto quella dei numi tutelari Mogwai-Tortoise, quanto quella scaturita dall'esperienza di altre band italiane, Giardini di Mirò in primis.

Le liriche restano sofferte e introspettive, a tratti disperate (del resto i titoli dei due album sono programmatici in tal senso), gli strumenti ricamano un dream-pop mai troppo soporifero ("The Circle Is Closed Except Where It Bleeds"), spesso saturo di malinconia ("Widow"), con alcuni arpeggi che riportano alla mente i Cure dei tempi d'oro ("Infinite Decay") o i più recenti Calla, schiudendo le porte verso l'estasi darkwave più trasognata.
I cigni della traccia finale ("Swans", la più lunga e articolata) potrebbero rappresentare la luce alla fine del tunnel, ma fossi nei Weird non rincorrerei troppo il sole: questi lunghi periodi di cecità si stanno dimostrando ricchi di spunti degni di nota.

18/09/2016

Tracklist

  1. The Circle Is Closed Except Where It Bleeds
  2. Dead Wax
  3. Infinite Decay
  4. The Sound Of Your Heartbreak
  5. Widow
  6. (Crescendo)
  7. Gaze
  8. Swans