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Still In A Dream: A Story Of Shoegaze 1988 - 1995

2016 (Cherry Red Records)
shoegaze

Nel 1977 il punk abolì gli assoli, negli anni 80 gran parte della new wave arrivò persino a declassare il ruolo delle chitarre, ponendole in seconda linea, dietro i synth; ma già sul finire del decennio il movimento shoegaze (a pari merito con l’ondata grunge) contribuì con forza a riportarle al centro della scena, pur con una funzionalità ben diversa rispetto a quella insita nell’idea classica di "rock". I novelli guitar hero amavano sperimentare e si dilettavano a produrre cascate di suoni fissando il pavimento, un po’ per l’indole introversa, un po’ perché concentratissimi su pedaliere ed effettistica: tale atteggiamento determinò il nome con il quale i protagonisti di questa scena, in maniera inizialmente dispregiativa, vennero etichettati: shoegazer.

La label londinese Cherry Red rende giustizia a molte carenze informative sull’argomento, pubblicando un sontuoso box celebrativo contenente cinque dischetti da 80 minuti cadauno: una ricchissima selezione di ciò che accadde fra il 1988 e il 1995, gli anni più prolifici. Il disco 1 ne costituisce la migliore introduzione possibile, catturando una serie di band che, pur non essendo letteralmente catalogabili come shoegaze, ne anticiparono cronologicamente l’esplosione, ponendosi come precursori e principali influenzatori: Jesus & Mary Chain per l’approccio garage, Cocteau Twins per i riferimenti pre dream-pop, Spaceman 3 per l’apparato psichedelico, Galaxie 500 per l’atteggiamento malinconico, Loop per via dell’ossessione per la ripetizione.

Il disco 2, senz’altro il più significativo, vede invece scorrere parecchi giganti del genere: Ride, Lush, Slowdive, Swervedriver, Catherine Wheel si imposero fra i protagonisti assoluti di questo comparto del rock alternativo (prevalentemente) inglese, producendo alcuni degli album più celebrati, popolari e significativi. Non sfugge l’assenza pesantissima, dovuta a insormontabili beghe fra label, dei My Bloody Valentine, coloro che più di tutti fissarono in maniera indelebile l’estetica del genere, in particolare per la tecnica esecutiva che prevedeva voce e batteria relegate sullo sfondo, sommerse da oceani di distorsioni.

I rimanenti tre dischi si concentrano soprattutto su esponenti mediamente meno conosciuti o ingiustamente sottovalutati, ma che con la propria esistenza certificarono la portata, l’importanza e la ragione d’essere di tutto il movimento. Se da una parte il box set (arricchito da un sontuoso booklet) funge da celebrazione e ripasso generale di un’era, dall’altro consente di puntare i riflettori su tanti nomi rimasti nell’ombra. Torniamo ad apprezzare la produzione di House Of Love, Telescopes, Pale Saints, Boo Radleys ed Ecstasy Of Saint Theresa, e analizziamo le principali caratteristiche di un genere che si muoveva sommando un’infinità di riferimenti stilistici. Si scorrono influenze sixties (Dylans, Honey Smugglers), trasfusioni di Smiths sotto acido (Adorable), tonnellate di melodia sopraffina (Velocity Girl, Majesty Crush, Secret Shine) preziosissime dissonanze (Drop Nineteens), diluvi di feedback (Flying Saucer Attack), spirali dreamy, reminescenze velvettiane (Sonic Boom), wall of sound impenetrabili (Nightblooms, Whipping Boy) e ovviamente stuoli di cloni di Kevin Shields (Moonshake, Astrobrite).

Spazio anche a qualche scarto laterale, visto che i compilatori hanno incluso nella selezione alcune fondamentali formazioni coeve ma non propriamente riconducibili all’estetica del genere (Cranes, Spiritualized, Flaming Lips, Mercury Rev), la quale presenza è ritenuta utile per completare l’osservazione sul periodo analizzato. Ci si ferma al 1995, poi fu il britpop a guadagnarsi le attenzioni di critica e pubblico, puntando ancor di più sulla componente melodica a scapito degli intermezzi più o meno rumoristici, e concependo liriche più “politiche”. Ma gli shoegazer hanno sempre continuato a muoversi dietro le quinte, anzi negli ultimi anni abbiamo assistito a un deciso rinvigorimento della scena (denominata nu-gaze) grazie al lavoro di band (un nome su tutti: Nothing) capaci di riconfezionare le sensazioni dell’epoca in dischi pienamente ricontestualizzati nella contemporaneità.

“Still In A Dream”, pur aggiungendo pochissimo a quanto i fan già ben conoscono, è uno dei migliori bignamini possibili sull’argomento, con la sola pecca di aver puntato troppo sulla massima rappresentatività, allargando la partecipazione al maggior numero di gruppi possibili, lì dove le quattro-cinque band cardine avrebbero meritato almeno una seconda traccia. E’ comunque un documento pazzesco per gli amanti del genere, e al contempo contiene l’ambizione di poter convertire gli scettici e i detrattori, sempre pronti a insinuare che il termine shoegaze corrisponda soltanto a rumore bianco e capacità tecniche approssimative. Perché il mondo di oggi, purtroppo, pare desiderare sempre meno chitarre scordate e dissonanze torrenziali.

04/03/2016

Tracklist

Disc 1

  1. Jesus & Mary Chain – Rollercoaster
  2. Cocteau Twins – Cherry-Coloured Funk
  3. House Of Love – Christine
  4. A.R. Kane – Baby Milk Snatcher (12” Version)
  5. Ultra Vivid Scene – Mercy Seat (12” Version)
  6. Spacemen 3 – Hypnotized
  7. Loop – Arc-lite (sonar)
  8. 14 Iced Bears – Surfacer
  9. Galaxie 500 – Tugboat
  10. Prayers – Puppet Clouds
  11. Kitchens Of Distinction – The 3rd Time We Opened The Capsule
  12. A.C. Marias – One Of Our Girls Has Gone Missing
  13. Telescopes – Precious Little
  14. Pale Saints – Sight Of You
  15. Jane From Occupied Europe – Ocean Run Dry
  16. Sonic Boom – Angel


Disc 2

  1. Ride – Drive Blind
  2. Lush – De-luxe
  3. See See Rider – Slip So Slow
  4. Nightblooms – Crystal Eyes
  5. Darkside – Waiting For The Angels
  6. Velocity Girl – I Don’t Care If You Go
  7. Cranes – Inescapable
  8. Chapterhouse – Falling Down
  9. Whipping Boy – Switchblade Smile
  10. Boo Radleys – Kaleidoscope
  11. Swervedriver – Rave Down
  12. Slowdive – Slowdive
  13. Charlottes – Liar
  14. Dr. Phibes & The House Of Wax Equations – Sugarblast
  15. Bleach – Decadence
  16. Catherine Wheel – She’s My Friend
  17. Blow-up – Somersault Sunrise
  18. Bark Psychosis – All Different Things


Disc 3

  1. Curve – Ten Little Girls
  2. Dylans – Godlike
  3. Faith Healers – Gorgeous Blue Flower In My Garden
  4. Lilys – February Fourteenth
  5. Honey Smugglers – Good Afternoon
  6. Spirea X – Chlorine Dream
  7. Moonshake – Gravity
  8. Spitfire – Translucent
  9. Moose – Suzanne
  10. Spiritualized – Run
  11. Revolver – Heaven Sent An Angel
  12. Lowlife – June Wilson
  13. Ecstasy Of Saint Theresa – Square Wave
  14. Black Tambourine – By Tomorrow
  15. Whipped Cream – Explosion
  16. Smashing Orange – My Deranged Heart
  17. Hinnies – Gong
  18. Bang Bang Machine – Geek Love (12” Version)


Disc 4

  1. Sunflowers – Closer
  2. Drop – Mirrored
  3. Belltower – In Hollow
  4. Sweet Jesus – Phonefreak Honey
  5. Adorable – Sunshine Smile
  6. Sun Dial – I Don’t Mind
  7. Swallow – Sugar Your Mind
  8. Drop Nineteens – Winona
  9. Flaming Lips – Talkin’ ’bout The Smiling Deathporn Immortality Blues
  10. Medicine – Aruca
  11. Coaltar Of The Deepers – Charming Sister Kiss Me Dead!!
  12. Honey Buzzards – Starhappy
  13. Loveliescrushing – Babysbreath
  14. Majesty Crush – No. 1 Fan
  15. Swirlies – Park The Car By The Side Of The Road
  16. Submarine – Chemical Tester
  17. Bailter – Space Shine
  18. Spectrum – True Love Will Find You In The End
  19. Blind Mr. Jones – Spooky Vibes

Disc 5

  1. An April March – Memory
  2. Flying Saucer Attack – Soaring High
  3. Drugstore – Alive
  4. Secret Shine – Loveblind
  5. Mercury Rev – Bronx Cheer
  6. Curtain Society – Chelsea
  7. Seefeel – Plainsong
  8. Spindrift – Surround Sound
  9. Rollerskate Skinny – Miss Leader
  10. Bardo Pond – Die Easy
  11. Alison’s Halo – Dozen
  12. Swirl – The Last Unicorn
  13. Bowery Electric – Next To Nothing
  14. Bethany Curve – Me Voy
  15. Astrobrite – Orange Creamsickle
  16. Luna – 23 Minutes In Brussels

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