Telescopes

Splashdown (antologia)

2015 (Cherry Red)
shoegaze, neo-psichedelia

I Telescopes appartengono a quella folta schiera di gruppi neo-psichedelici, formatisi in Inghilterra nella seconda metà degli anni Ottanta, che inventarono lo shoegaze, quella peculiare forma di psichedelia in cui i feedback e i tremolo chitarristici avevano un ruolo predominante. Queste distorsioni chitarristiche venivano poi stratificate e livellate mediante alcuni sofisticati accorgimenti tecnici di sala di incisione (merito soprattutto di abili tecnici del suono), trasformando così delle semplici canzoni praticamente senza melodia in sinfonie celestiali, ora eteree e ora abrasive. La produzione, in questo caso, assumeva un ruolo primario e fondamentale, anche più importante delle canzoni stesse.

Dai pionieri Jesus & Mary Chain tale arte arrivò ai massimi livelli con i My Bloody Valentine e Slowdive. Altri (come Ride e Swervedriver) mantennero più salda la radice rock e la forma-canzone classica. I Telescopes, formatisi ancora adolescenti nel 1986 nella cittadina Burton-upon-Trent, stanno nel mezzo, nel senso che sono in parte shoegaze e in parte puramente psichedelici. La mente del gruppo, il cantante e chitarrista Stephen Lawrie, non possiede certo il genio di un Julian Cope o di un Wayne Coyne (Flaming Lips), ma il primo album, "Taste", uscito per la What Goes On nel 1989, fu uno dei più viscerali e "spaziali" dischi di tutta quella corrente, tanto da far presupporre una sorta di reincarnazione dei Suicide e Stooges nell'era dei "baggy pants", una moda che all'epoca imperversava tra i ragazzi alternativi inglesi.

A causa del fallimento della What Goes On, i Telescopes si ritrovarono senza contratto, ma subito vennero contattati da Alan McGee, propietario della Creation, che offrì loro la possibilità di incidere un buon numero di Ep e un Lp, ponendo però il veto di alleggerire il loro sound, dato che la sua etichetta era più orientata verso il britpop (a dispetto dei dischi dei My Bloody Valentine e Slowdive, comunque).
I quattro Ep, pubblicati tra il 1990 e il 1991 e contenuti nel primo cd di questa antologia, non reggono in effetti il confronto con "Taste", ma presentano comunque un diligente gruppo che ha ben assimilato la lezione dei Loop e, soprattutto, degli Spacemen 3, specialmente in "Precious Little" (aprile 1990) ed "Everso" (novembre 1990). Molto meglio l'Ep "Celeste" (febbraio 1991), che contiene, oltre a una quasi ballabile title track in stile Charlatans (doppiata da "Celestial"), anche una gemma come "All A Dreams", che sarebbe potuta appartenere agli Slowdive.

"Flying", dall'omonimo Ep del Luglio 1991, è una versione più robusta del suono dei Ride. In questo 12" è pure racchiuso "Soul Full Of Tears", che, con le sue stravaganze psichedeliche, pare essere uscito fuori da "Their Satanic Majesties Request" dei Rolling Stones. Questo primo cd si chiude con la consueta dose di bonus track, in cui spiccano soprattutto la psichedelia spaziale di "16T#3" (con contorno di versi di gabbiani) e gli aromi etno-world di "From The Inner Void I Fear", entrambi due vertici assoluti di tutta la loro produzione.
Nel secondo cd troviamo invece il loro secondo album, "Telescopes" (poi ribattezzato "#Untitled Second"), uscito tra mille difficoltà nel maggio 1992 per la Creation.

Durante la registrazione del disco, già vi erano delle tensioni interne tra i cinque componenti del gruppo e la lavorazione fu tormentata. Nonostante ciò, l'album presenta una band più matura sotto il profilo squisitamente tecnico, ma a discapito dell'impatto sonoro. Infatti, molti pezzi del disco scivolano via senza emozionare (anzi, annoiando parecchio, come nelle lagnose "To The Shore", "And" e "Yeah"), tanto che lo stesso Lawrie non fu soddisfatto del risultato finale.
Non mancano alcuni ripescaggi dai precedenti Ep, come "Flying" e "High On Fire". Un minimo di verve la si ritrova in "Ocean Drive", ben arrangiata, specialmente nel finale (con tanto di trombone e altri suoni strani). Solo decoroso è il rilassato acid-rock di "Spaceship" e di "Splashdown", mentre più interessanti sono "You Set My Soul" (dei Grateful Dead con un pizzico di jazz) e i riverberi galattici di "Please Tell Your Mother". Da lì, anche a causa delle scarse vendite del disco, i Telescopes si sciolsero, per ricomporsi esattamente dieci anni dopo ("Hidden Fields" è l'ultimo album, uscito nell'estate 2015).
Di poco conto le cover di Lou Reed ("Candy Says") e degli Who ("The Good's Gone"), inserite come bonus, mentre la "sitar version" di "Sleepwalk" guadagna invece in potenza, rispetto alla versione originale. Le Peel Session dello stesso album, poste in chiusura del cd, mostrano invece come i Telescopes abbiano sempre suonato dal vivo, cioè con una buona dose di energia.

In conclusione, "Splashdown" rimane un buon documento di un gruppo in larga parte dimenticato (non ebbero certo lo stesso successo commerciale di altri gruppi analoghi inglesi), ma che è destinato soprattutto ai "die-hard fan" dei Telescopes. Tutti gli altri, farebbero bene a recuperare invece "Taste".
Sempre su Cherry Red, è ora uscito un bel box antologico di 4 cd con tutte le registrazioni per la Deptford Fun City degli Alternative Tv (uno dei rari gruppi inglesi no wave, messo in piedi da Mark Perry, già autore dell'influente fanzine punk "Sniffin' Glue"), "Viva La Rock'n'Roll".

03/11/2015

Tracklist

Cd 1

Precious Little (April 1990)

  1. Precious little
  2. Deep hole ends
  3. Never hurt you
  4. I sense

Everso (November 1990)

  1. Everso
  2. Never learn not to love (D. Wilson)
  3. Wish of you

Celeste (February 1991)

  1. Celeste
  2. All a dreams
  3. Celestial

Flying (July 1991)

  1. Flying
  2. Soul full of tears
  3. High on fire
  4. The sleepwalk

Bonus tracks

  1. Tornado
  2. Sunspray
  3. 16T#3
  4. From the inner void I fear

Cd 2

Telescopes/#Untitled Second (May 1992)

  1. Splashdown
  2. High on fire
  3. You set my soul
  4. Spaceship
  5. The presence of your grace
  6. And
  7. Flying
  8. Yeah
  9. Ocean drive
  10. Please tell mother
  11. To the shore

Bonus tracks

  1. The sleepwalk (sitar version)
  2. Candy says (L. Reed)
  3. The good's gone (P. Townshend)

John Peel session (15/9/1991)

  1. Please tell mother
  2. Splashdown
  3. To the shore
  4. The presence of your grace




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