Quando si decide di comporre e/o eseguire musica affidandosi a processi d'indeterminazione, l'immediata conseguenza è il decadimento del legame con la significazione: una scelta che può suscitare lo stesso effetto di un salto nel vuoto, ma che sgombra dal tavolo l'inibizione del pentagramma per ristabilire la supremazia del suono in quanto tale, svolgendone la trama difforme con lo stesso grado (zero) di anticipazione dell'ascoltatore.
Conosciuta come coraggiosa flautista e performer d'avanguardia, l'americana Anne La Berge - di base ad Amsterdam - torna sui decisivi passi dell'alea controllata di fine Novecento cercando un punto d'incontro con le spinte creative della free impro contemporanea, assuefatta dalla scoperta di inediti effetti acustici e dei loro potenziali accostamenti.
Affiancata dall'ensemble MAZE da lei condotto, La Berge si sottopone dunque alle direttive e ai suggerimenti di un patch gestito dal software Max, il cui compito è generare combinazioni randomiche di note, stili musicali e alternanze tra musicisti, ognuno dei quali è dotato di un tablet che funge da spartito virtuale interattivo, in parte influenzabile con il tocco di un dito.
Non solo (e non propriamente) musica improvvisata: "RAW" - inteso come grezzo oltreché crudo, come la carne di cui recita un estratto audio - è un'opera creata in tempo reale, di durata prestabilita ma diversa a ogni esecuzione, in un dialogo tra le parti vieppiù eccitante ed eterodosso.
Con ritmo irregolare si intrecciano le diverse sonorità della formazione, che oltre al flauto processato della compositrice si avvale di strumenti classici e moderni: il contrabbasso di Dario Calderone, il pianoforte di Reinier van Houdt e il clarinetto basso di Gareth Davis tengono testa ai rumorismi amplificati della chitarra elettrica (Wiek Hijmans) e dei live electronics (Yannis Kyriakides). Brandelli di narrazione si susseguono in maniera caotica, sovrapposti o del tutto isolati, così che diventi impossibile riassemblarli in un discorso compiuto.
Dopo una lunga prima fase al rallentatore e alquanto enigmatica, popolata dal fantasma della EAI di casa Erstwhile, i tempi si fanno più concitati e le voci più ruvide, in un ribollente calderone che guarda su tutto alle lezioni acide del "Professor Bad Trip" di Romitelli.
Nell'insieme, "RAW" è un'esperienza interamente fondata sull'ascolto attentivo, necessario tanto agli artisti nel frangente creativo quanto all'approccio dell'ascoltatore ignaro, che per quanto possibile dovrà orientarsi in un dedalo impossibile da aggirare. Una sfida del tutto ripagata dalla sensibilità e dall'estro di musicisti che nel loro campo sono giustamente ritenuti dei fuoriclasse.
16/05/2017