Senza alcun dubbio album come “Y” e “For How Much Longer Do We Tolerate Mass Murder?” hanno modificato il corso della storia, la mistura esplosiva di free-jazz, avantgarde, dub e musica black del Pop Group resta infatti una delle proposte artistiche più radicali e intense della musica inglese. Elemento colto della band di Bristol, Gareth Sager ha proseguito nel percorso di contaminazione prima con i Rip Rig And Panic e successivamente con i Float Up CP e gli Head.
Il chitarrista, sassofonista e tastierista scozzese, con “88 Tuned Dreams” ritorna alle primigenie passioni musicali, ovvero Erik Satie, Frédéric Chopin e Claude Debussy, con quattordici composizioni per solo piano, registrate nei famosi studi di Abbey Road. Melodicamente piacevole e spesso armonicamente ricco e profondo, l’album di Gareth Sager resta nei dintorni di un neoclassicismo dalle leggere nuance jazz, la musica non è mai indolente o auto-indulgente, il tono è intimo quasi confidenziale.
E’ un album ispirato “88 Tuned Dreams”, a volte temerario nel suo voler coniugare la musica di Erik Satie con i Velvet Underground (“Shipwrecked Rusty Birds”), a volte memore delle passate esperienze con il Pop Group (“The Bells That Banish The Devil”), sempre elegante e misurato (“Oblong Malfunctions”, “Waltzing In An Ill-Suited Chest Of Honours” o “Eulogy To Lost Elegance”), a volte perfino vivace (“Chagrin In Madrid”)-
Il nuovo progetto di Gareth Sager resta comunque un disco dal fascino concettuale, destinato a restare gradevolmente ai margini dell'attuale fruizione compulsiva, anche se a un ascolto più attento svela imprevedibili sfumature che ne alimentano le peculiarità.
19/01/2018