recensioni / 2017

Homeshake

Fresh Air

2017 (Sinderlyn)

elettro-soul, funk-psych

di Gianfranco Marmoro

Per molti Peter Sagar è solo l’ex-chitarrista di Mac Demarco, ma dietro il suo progetto Homeshake si nasconde un gustoso e delicato groove a base di hip-hop, riff dai toni estivi, synth-pop e residui r&b, il tutto avvolto da sonorità sonnacchiose alla Connan Mockasin, uno spirito pop-jazz alla Mild High Club e nefandezze funk alla Silk Rhodes.

“Fresh Air” è l’album della rivincita, la perfetta vetrina sonora per far approdare la musica di Sagar al di fuori della ristretta cerchia dei fan, questo grazie a un songwriting ancor più incisivo e maturo. Per gli amanti delle catalogazioni stilistiche, sottolineo che siamo dalle parti di un hypnagogic-pop in chiave black, per chi invece ha già avuto la fortuna di incrociare e apprezzare le gesta del musicista canadese, svelo subito che il quarto album (includendo l’esordio su cassetta “Homeshake Tapes”) prosegue in quell’avvolgente e romantico matrimonio tra acustica ed elettronica dal fascino androgino e simil-funk del precedente "Midnight Shack".

La novità più rilevante di queste nuove quattordici canzoni risiede non nello stile o nella scrittura, ma nel suono più moderno e avventuroso. Peter Sagar sembra aver preso maggior confidenza con l’elettronica e soprattutto con le drum-machine, regalando a “Fresh Air” un fascino più ipnotico e sensuale, fermo restando che il tutto è suonato da una vera e propria band senza l'ausilio di campionamenti.

Malinconica e indolente la musica di Homeshake resta sempre in bilico tra un grazioso sottofondo e una più energica matrice r&b; in brani come “Call Me Up” e “Every Single Thing”, Peter osa sconfinare nelle impervie logiche del pop-soul anni 80, fino a raggiungere un misticismo funky-soul dall’intensa fragranza psichedelica di “Timing”.
Compatto, a tratti anche leggermente scorbutico, l’album alterna seducenti ballate monocromatiche (“Tv Volume”, “Hello Welcome”) a rilassanti interludi elettro-soul (“Khmlwugh”, la title track) a imprevisti guizzi pop (“So She”) ed energiche tribolazioni ritmiche (“Serious”), in un piacevole mix retrò che seduce e incanta.