A questo punto della carriera di Mac Demarco, qualsiasi disquisizione intellettuale o sociologica è ormai inutile, superflua. Quello che il musicista canadese continua a proporre è una versione sofisticata del pop lo-fi, un incrocio tra James Taylor e gli Steely Dan profumato di synth-pop e indie-folk.
Concepito dall'autore come un omaggio alle sue origini italiane, il nuovo album del musicista canadese indugia più del solito sulla struttura tipica della canzone d'amore; gli arrangiamenti, pur se più ricchi ed elaborati, restano però essenziali, quasi minimali.
"This Old Dog" è il capitolo più avvincente della sua discografia dai tempi di "2", soprattutto per la scelta più netta dell'autore di mettere in campo una cura e una perfezione sonora da manuale, pur disturbandola con dissonanze armoniche dal tono indolente.
Per entrare fino in fondo nel nuovo microcosmo sonoro c'è bisogno di sfogliare alcune pagine poco note, o meglio poco apprezzate, del pop-rock dei tardi anni Ottanta e dei primi Novanta.
Bisogna ritornare a quel periodo durante il quale l'easy listening aveva abbandonato le rigide regole elettro-acustiche del country a favore di uno smooth-jazz da simil crooner. Sdoganati definitivamente da Donald Fagen e dal suo capolavoro "The Nightfly", una schiera di popsinger, accompagnati da piano elettrico e batterie spazzolate, invasero il mercato (Bobby Caldwell, Boz Scaggs, Michael McDonald, Bill La Bounty...), conquistando perfino il pubblico giapponese (qualcuno penserà anche ai dischi solisti di Haruomi Hosono).
Questo scenario musicale è la fonte primigenia di "This Old Dog", disco amabilmente notturno e melanconico, che tra leggerezze folk-pop più familiari ("My Old Man") e ambiziose divagazioni liriche e strumentali ("Moonlight On The River"), mette in luce un artista più vulnerabile e ispirato, fortemente turbato dalla morte del padre e dall'irrisolto rapporto conflittuale tra genitore e figlio.
L'artista in parte accantona quel tono distaccato che spesso ha tenuto lontano parte del suo potenziale pubblico - pathos e rigore armonico ora fanno capolino, rischiando di sollevare critiche di tradimento e delusione da parte di alcuni fan, come già è successo con Father John Misty.
Anche in questo caso sarebbe un grave errore, perché "This Old Dog" è l'album più maturo del musicista canadese. Musica e parole non suonano mai superflue, l'elettronica non sfibra la genuinità naif dell'insieme, tutto appare più coeso e indissolubile.
Evanescenze romantiche alla Harry Nilsson ("Baby You're Out" e la title track), pop-song in stile Aor ("For The First Time", "Dreams From Yesterday"), e contaminazioni soul ("One More Love Song", "On The Level") mettono in luce piccole crepe nel gelido e beffardo mondo di Mac DeMarco, svelandone il passaggio dalla gioventù alla maturità. Ed è una bella sensazione scoprire che, dietro un'apparente ingenuità, si nasconde un talentuoso compositore, pronto finalmente a giocare sul serio con la musica e i suoi segreti. La rivoluzione creativa del canadese è solo agli inizi.
P.S. Pubblicata in esclusiva per Rough Trade con un bonus disc con tutte le versioni strumentali delle tracce.
11/05/2017