Lino Strangis

Crossed Flows At The Gates Of The Big Beyond

2018 (autoproduzione)
ambient, electro
6.5

L’artista multimediale (“intermediale” come si autodefinisce) Lino Strangis, romano nel solco post-ambientale di Nimh, concepisce la sua prima composizione seria - “The Sunrise Of The Stonertronic Oracle” (2018) - agganciandosi alla grande stagione elettronica tedesca dei primi anni 70 per cogliere, contemporaneamente, l’occasione di enunciare parte del suo modus: accumulo di manipolazioni, talvolta confusionario, crescendo d’intensità e uso altamente subliminale del ritmo martellante.

Il successivo, più ambizioso, cacofonico, delirante a tratti, “Crossed Flows At The Gates Of The Big Beyond” lacera i riferimenti stereotipici ai corrieri cosmici, comunque già maltrattati. La prima parte è una sorta di colonna sonora di un grave collasso della mente totale: organetto, tom-tom di batteria, allucinazioni distorte si accavallano visceralmente e scompostamente, stavolta a un passo dai palinsesti tellurici di Gnaw Their Tongues.
La seconda è quanto di più irregolare (se non irrazionale) si possa immaginare in questo contesto, strati e strati di ritmi sfasati e oscillazioni a temperature laviche.
La terza (nove minuti), finora la produzione più ultrapsichedelica del compositore, si fonda su gorghi e riverberi da capogiro, a getto continuo, fino a rassomigliare a forza alla “Metal Machine Music” di Lou Reed, e poi a svaporare lasciando intravedere una sonatina di sintetizzatore spettrale Badalamenti-iano.

Purtroppo a cotanti presupposti non segue uno sviluppo arricchente. Quasi quindici minuti di quarta parte cominciano dagli abissi, alzano un riff demoniaco e un tifone adornato di sfondo sinfonico, assorbito da radiazioni orribili. Ma qui Strangis temporeggia e abbassa il volume, vaga errabondo cercando qualcosa di stranamente armonico. L’ultima parte adotta una posata andatura da cerimoniale, forte ancora di picchi dissonanti ma priva di conclusione degna di nota.

Pur non raggiungendo ancora una forma compositiva vera e propria, ha intuizioni d’archetipo musicale intransigente, e un senso di mistero misto a un distacco quasi indifferente. La sonda di questo trip è per più di metà una cacofonia inesorabile in cui si sublimano caos e spavento. Suite più atteggiata che ispirata, di un’ingordigia che sfiora l’esorbitante, ma anche mossa da forti scossoni auditivi. La disomogeneità, tanto particolare quanto globale, è riscattata dal piacere dell’invenzione a braccio (registrato in presa diretta da Strangis con uno stuolo di sintetizzatori), in modi diretti e brutali senza l’assillo della sovrastruttura accademica. Mistura di analogico e digitale, minima post-produzione.

20/03/2018

Tracklist

  1. Crossed Flows At The Gates Of The Big Beyond pt. 1
  2. Crossed Flows At The Gates Of The Big Beyond pt. 2
  3. Crossed Flows At The Gates Of The Big Beyond pt. 3
  4. Crossed Flows At The Gates Of The Big Beyond pt. 4
  5. Crossed Flows At The Gates Of The Big Beyond pt. 5

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