Per quanto in sua presenza ci sentiamo spesso scivolare oltre i margini del tempo e dello spazio, l'arte è forse la cosa più aderente al reale che esista sulla faccia della terra. In fin dei conti l'arte non è altro che arte: le visioni a cui ci sottopone e gli affetti che provoca non provengono altro che dalla capacità delle immagini e dei suoni di sondare i caratteri della realtà e ricalcarli in modo icastico, senza mai uscire dai propri argini, senza mai essere nient'altro che immagini e suoni organizzati.
Rival Consoles ha uniformato la sua creazione al progetto di indagare e rappresentare l'essenza multipla dell'uomo. In ogni brano di "Persona" gli elementi sono infatti paralleli e contrapposti – due ritmi ("Unfolding"), un ritmo e un bordone nella title track, sfregamenti di chitarra, refoli minacciosi e un bordone ("Memory Arc"), un ritmo e un loop di tastiera ("Phantom Grip")... – e spesso si ha la sensazione che la musica si biforchi, triforchi, quadriforchi e così via (la molteplicità presuppone un elemento che persiste, nel quale avviene la scissione). Un concetto che sa forse un po' di trito, ma il fatto che sia integrato così compiutamente nell’esecuzione dell’opera non è cosa di poco conto.
Esiste, però, la possibilità che "Persona" sia anche più complesso di così. Se viene prestata la giusta attenzione, si può avere l'impressione di due visioni che ricorrono durante l'ascolto: quella di una stanza a specchi, in cui la nostra immagine viene riflessa progressivamente all'infinito da angolazioni sempre differenti, e il roteare di una luce multicolore che, all'incontro con la superficie, stravolge ciclicamente i connotati degli oggetti che ha intorno. Un filosofo teoretico direbbe che “Persona” è un album che parla di percezione: l'ambiguità è parte integrante dell'esperienza, sicché il nostro sentire funziona come una membrana (una smagliatura), che interrompe la contiguità tra il nostro "io" e la realtà. Esistiamo noi e poi esiste anche il mondo, che osserviamo, ascoltiamo e tocchiamo attraverso il prisma dei sensi.
Il modo che ha "Persona" di ripetersi, proliferare, torcersi in micro e macro variazioni e slittamenti (ma mai eclatanti), proprio quando l'orecchio inizia a sentirsi sazio, riflette chiaramente il carattere polivalente della persona, ma anche la mite e torrenziale orizzontalità dell'esistenza; il suo essere minimale e cangiante ne fa inoltre una composizione ricca di cromie e consistenze – è friabile e opaca, lucida e rotonda, cristallina e glaciale, maestosa e corrusca, schiva e baldanzosa, scabrosa e selenica.
24/04/2018