Dopo aver messo a punto un ensemble di elevata caratura artistica, e con alle spalle due esemplari progetti discografici, i Gloaming catturano l’eccellente stato di grazia creativa con un album live tecnicamente perfetto e musicalmente ineccepibile.
Un disco che per molti suonerà superfluo, mentre per chi attendeva un documento discografico di quelle performance che la stampa ha descritto come leggendarie, questa è un’occasione ghiotta e avvincente.
Tutto quello che è stato già detto in occasione del primo e secondo album della band trova conferma nelle sei tracce scelte per questo mesmerico e affascinante “Live At The NCH”. Ancora una volta Martin Hayes, Dennis Cahill, Iarla Ó Lionáird, Caoimhín Ó Raghallaigh e Thomas Bartlett (aka Doveman) mettono da parte il virtuosismo per un elegante e intimo racconto sonoro nel quale la tradizione folk diventa oggetto di sfumature ed evanescenze armoniche più affini alla poesia.
Catturate durante i diciassette concerti sold-out presso la National Concert Hall di Dublino, le sei tracce sono allineate in maniera impeccabile, incrementando passo dopo passo uno stato emotivo che da meditativo (“The Booley House”) diventa quasi vorticoso (“The Sailor's Bonnet”), prima che la voce di Iarla Ó Lionáird riporti tutto verso uno stato ipnotico quasi surreale (“The Pilgrim's Song”).
Difficile immaginare una performance di musica folk più ricca e intensa di “Live At The NCH”. Arduo altresì restare coscienti senza farsi travolgere dall’incredibile crescendo quasi mistico della citata “The Sailor's Bonnet”: quasi un inno sufi.
Ed è sorprendente quanto la dimensione live incrementi il potere comunicativo della voce dell’ex-componente degli Afro Celt Sound System, Iarla Ó Lionáird, il cui canto si amalgama con gli strumenti divenendo egli stesso strumento (“Cucanandy”).
Gli oltre diciotto minuti della conclusiva “Fáinleog” hanno il pregio di condensare tutto il fascino in bilico tra antico e moderno, che è l’elemento innovativo della proposta dei Gloaming.
Il tocco d'avanguardia del piano di Thomas Bartlett, il flusso magnetico dei violini, la voce unica di Iarla e il suono delicato della chitarra creano una suggestione che va ben oltre i confini degli strumenti coinvolti, confermando l’ensemble come l’unica band capace di catturare il successo con una proposta qualitativamente ineccepibile.
25/07/2018