Autunno a New York. Richard Gere incontra la più giovane Winona Ryder, su un molo spazzato dal vento e disseminato di foglie multicolori: la fase terminale della di lei malattia è il "facile" espediente narrativo. Si potrebbe prendere una pellicola non proprio memorabile come questa e usarla come specchietto per le allodole, nella certezza che troverebbe, con una colonna sonora firmata da Thomas Bartlett, una riuscita assai migliore. Con "The Conformist", suo ultimo lavoro, il cantautore statunitense si dedica alla riabilitazione di clichè sentimentali che parevano aver fatto il proprio tempo nella poetica cantautorale corrente. L'unico riferimento a cui la sensibilità del Nostro può essere ricondotta è Barzin, per l'essenzialità dei testi e per i sussulti di delicatezze pop ("Memorize", "Aftermath"). Ci riferiamo a Bartlett in quanto è lui il vero deus ex machina del progetto Doveman, nel quale la mole e la variabilità delle contribuzioni (delle quali, come vedremo, molte sono illustri) rende difficile tracciare una line-up definita nel tempo.
Il cantautorato di Bartlett rimane saldamente ancorato a severi canoni di compostezza, anche laddove verrebbe facile tentare il guizzo emotivo, o piuttosto un facile climax di pancia. Il Nostro si limita invece a suggerire, ma senza ritrarsi. Abbozza punteggiature pianistiche e apparizioni di fiati, riuscendo quindi a fissarsi pian piano, in risonanza con sensazioni più profonde. Dietro questa capacità di trattenere e dosare si trova, prevedibilmente, un importante fondamento d'esperienza. Per quanto il percorso di Doveman rimanga, finora, misconosciuto (sebbene abbia in repertorio almeno un altro album degno di nota, il precedente "With My Left Hand I Raise The Dead") Thomas Bartlett vanta collaborazioni di un certo spessore. Il Nostro mostra infatti, nel proprio curriculum, di aver suonato, tra gli altri, con Antony and the Johnsons, David Byrne, Yoko Ono e con i National. Tra i protettori del progetto Doveman spicca inoltre Glen Hansard, metà maschile degli Swell Season, accompagnati proprio da Bartlett nel loro ultimo tour.
Tra tutti, però, sembra appropriato definire il rapporto coi National un vero e proprio sodalizio. La totalità dei membri della band di Cincinnati ha contribuito alla messa a punto di "The Conformist": è innegabile che, al di là delle vicinanze puntuali, che pure esistono ("The Burgundy Stain", "Hurricane", "The Cat Awoke"), pervada la musica di Bartlett un'atmosfera simile a quella di "Boxer". Quella di storie di sobria eleganza, di emozioni e lacrime mai fuori posto, come in una reclame di un whisky d'annata. In particolare, Matt Berninger (cantante dei National) in più di un'occasione accompagna col suo baritono "paterno" i ritornelli più insidiosi dal punto di vista emotivo ("The Best Thing", "Angel's Share").
Incontri musicali che si propagano poi in più direzioni. Da una parte Bartlett colora le proprie ballate con duetti romantici: ospiti femminili quali Norah Jones e Martha Wainwright lo accompagnano in suadenti carezze dal sapore country-pop ("Aftermath", "Castles"); dall'altra lo assiste anche l'estroso compositore Nico Muhly, in infusioni d'archi di sognanti paesaggi interiori ("Tigers", "From Silence"). Mettendo in conto, in orbita Doveman, la presenza di Sam Amidon, Beth Orton, Dawn Landes e David Thomas Broughton, possiamo ben dire di trovarci di fronte a una sorta di supergruppo dai contorni sfuggenti. O magari, più propriamente e semplicemente, a una compagnia di amici riunita intorno alla figura di Bartlett.
Ciò che conta, per tirare le somme, è la capacità del Nostro di proporre un'infilata di notturni urbani che arrivano a rinverdire i fasti di un "Closing Time". Tra gli esempi più eclatanti va ricordata la progressione sussurrata di "Breathing Out", dal ritornello cullante e obliquo. Da sottolineare anche la capacità di Bartlett di utilizzare un registro sì sussurrato, ma mai monocorde. In "The Best Thing", il cantautore statunitense fa mostra di una gamma di sfumature vocali tali da rendere la traccia di sicuro impatto emotivo. E' tutto ciò che si può chiedere a un artista giovane e ispirato come quello che ha trovato spazio e modo di esprimersi nel progetto Doveman.
11/11/2009