Chicago Underground, Sao Paulo Underground, Exploding Star Orchestra. Sono solo le più luminose delle orchestre guidate dalla tromba di Rob Mazurek (che un tempo colorò il post-rock di Chicago di tinte jazz). Trent’anni di carriera e una voglia di stupire che ancora non accenna a ridimensionarsi.
Molto più conciso il curriculum di Gabrile Mitelli, rampollo della scena jazz romana, "giovane e scapigliato… istintivo e coraggioso", come viene descritto sulla propria pagina web, che dopo un disco stupefacente (“O.N.G. Crash”, 2017) riesce a registrare una sessione che lo consegnerà alla storia.
Eppure il risultato della loro collaborazione è al di sotto delle aspettative. La "star gaze night" annunciata tra le righe del libretto che accompagna “Star Splitter” non mantiene le promesse: i due musicisti sembrano non trovare una grammatica comune. Mazurek suona per conto suo, creando groove elettronici sui quali definire la propria estetica. Dal canto suo Mitelli prova a graffiare con la sua incontenibile esuberanza riuscendo solo a lasciare un marchio del suo talento nell’incipit della strepitosa “Mars” (che si perde in una coda senza fine).
Il resto è jam session di musicisti eccezionali. Ognuno per conto suo. Due trombettisti capaci di oltrepassare i limiti del proprio strumento cercando vie di fuga nel mondo del pop, dell’elettronica e della sperimentazione totale.
30/07/2019