Giocano a carte scoperte, Jonathan Rado e Sam France, nel nuovo progetto a nome Foxygen. E lo fanno partendo già dalla copertina e dal titolo del nuovo album, che sembrano catturate da un vecchio disco di Hall & Oates, chiudendo così l’ipotetico trittico che partendo da “…And Star Power”, passando per “Hang” e quindi arrivando all’ultimo “Seeing Other People”, completa l’excursus pop dagli anni 60 agli anni 80.
Se i due precedenti capitoli mettevano in campo un’architettura più ambiziosa, il nuovo capitolo discografico dei Foxygen gioca la carta dell’album perfettamente inquadrato nella logica della raccolta di singoli, tipica dei tardi anni 80.
Il puzzle simil-radiofonico sixties di “...And Star Power” e la magniloquenza orchestrale di “Hang” sono un lontano ricordo; d’altronde, la band è famosa per annunciare lo scioglimento a ogni uscita discografica, ed è forse in parte vero, visto che ogni capitolo sembra uscire da un combo creativo stilisticamente diverso.
Il passo temporale è dunque compiuto mettendo a fuoco un elegante mix di funk, synth e raffinatezze Aor, mentre la presenza del mitico batterista e session-man Jim Keltner completa l’architettura volutamente vintage.
Ed è dunque l’era Mtv l’oggetto delle nuove divagazioni di France e Rado: la scrittura meno frammentaria o a mo’ di puzzle del passato è rimpiazzata da una forma-canzone più lineare, con tutti i pro e contro che ne conseguono.
Non è stata in verità mai la coerenza, il fulcro del fascino dei Foxygen, ma in “Seeing Other People” le distonie sonore non si palesano all’interno di un'unica canzone, ma nella discontinuità dell’ispirazione che le anima.
Al furbo e meno prevedibile singolo “Livin' A Lie” spetta il compito di stimolare la curiosità dei fan, ma sono il funky-pop alla Hall & Oates dell'era “Private Eyes” di “Mona” e l’ancor più disinvolta “Face The Facts“ , che in un sol giro armonico mette in fila funky-dance, elettro-pop e trucchi da Mtv generation, a lasciare il segno in un album alquanto discontinuo.
Altra fonte d’ispirazione è il pastiche pop-rock/Aor che negli anni 80 e 90 contagiò icone del rock come Mick Jagger, Bruce Springsteen, Jefferson Starship o David Bowie, perfettamente fotografato nella travolgente “Work” o nell’esuberante “The Thing Is”.
Come era prevedibile, il remake anni 80 e 90 è quello stilisticamente più arduo, ed è quindi ovvio che, a dispetto delle piacevoli atmosfere lennoniane della title track e del calibrato rock-blues di “Flag At Half-Mast”, il nuovo album dei Foxygen, pur soddisfacendo ancora una volta le aspettative dei fan, difficilmente riuscirà a catturare nuovi adepti alla causa citazionista della band americana. Anche se questa volta il divertimento è in parte assicurato.
29/04/2019