Kano

Hoodies All Summer

2019 (Parlophone)
uk-hip-hop, grime

C'era una volta il grime, una strana bestia hip-hop che, diciamolo, pochi si ricordano. A ben guardare è stato il fondamento di una nuova scena inglese di rapper tormentati, nipoti della rave culture schiacciati dai sogni impossibili di un'Europa in grande recessione. Kano ha raccontato la sua Londra da millennial sin da "Home Sweet Home" (2005), uno degli album più importanti del periodo per la musica in rima britannica. Poi, complice un avvicendamento in termini di esposizione, quello che avveniva in Inghilterra sotto forma di nuovo uk-hip-hop ha lasciato spazio ad altri stili, principalmente statunitensi. Spenti i riflettori sulla scena, in realtà modesta sia per numero che per peso artistico dei lavori, sembrava che di grime non si dovesse più parlare.

Con il più tipico dei colpi di scena, invece, a fine decennio sempre più fondatori stanno trovando la proverbiale seconda chance, ottenendo finalmente il riconoscimento che spettava loro. Dopo la tardiva ammissione nel novero dei grandi dell'hip-hop di Wiley con "Godfather" (’17) e Skepta con "Konnichiwa" (’16), forse è arrivato anche il momento del nostro Kane Robinson.
La megalopoli inglese, nervosa e malinconica, labirintica e minacciosa, è ancora lo sfondo dei brani, animati sia con i classici beat fratturati ("Pan-Fried", "Class Of Deja") che con alcuni sfoggi in extrabeat da fuoriclasse ("Free Years Later"), senza tralasciare più piane soluzioni che rimandano ai classici dei 90 ("Trouble", "Bang Down Your Door"), moderni ballabili caraibici ("Can't Hold We Down") e genuini, malinconici sprazzi intimisti ("Got My Brandy, Got My Beats", "SYM"). Traspare un'ampia ispirazione musicale, che mette al servizio il soul, l'r'n'b, il blues e l'hip-hop per aumentare e completare la formula originaria del grime di Kano, fino a delineare un commento sonoro alla realtà sociale del Regno Unito odierno puntuale e approfondito.

Non guasta che, pur nel contesto di un lavoro maturo e politicizzato, non manchino alcuni momenti di sottile ironia. Complementare all'ascolto il video di 17 minuti di "Trouble", mini-documentario sulla criminalità londinese. Potrebbe essere lo yang (bianco) dello yin (nero) interpretato dall'esordio di Slowthai: è troppo presto per pensare a un erede?

20/11/2019

Tracklist

  1. Free Years Later
  2. Good Youtes Walk Amongst Evil
  3. Trouble
  4. Pan-Fried feat. Kojo Funds
  5. Can’t Hold We Down feat. Popcaan
  6. Teardrops
  7. Bang Down Your Door
  8. Got My Brandy, Got My Beats feat. Lil Silva
  9. Class of Deja feat. D Double E & Ghetts
  10. SYM


Kano sul web