Il caleidoscopio sonoro degli Stereo Total torna a girare e a creare canzoncine multicolori, annunciando al tempo stesso l’ennesimo cambio di etichetta (la Tapete), ma nessuna sostanziale evoluzione della formula: la miscela di elettro-pop, psichedelia primigenia, lounge e scampoli assortiti di funk e rock’n’roll funziona ancora alla grande, assicurando piacevoli digressioni dall’ascolto di progetti finto–intellettuali o di album potenzialmente destinati a rivoluzionare gli ascolti in streaming.
“Ah! Quel Cinema!” ha al contempo il fascino necessario per catturare nuovi adepti al culto euro-trash del duo franco-tedesco.
Coerenza e intuito non mancano a Brezel Goering e Françoise Cactu, che approfittano del cambio di scuderia per proporre un gradevole bignami del loro surreale pop retrò.
Le quattordici istantanee sonore sono piacevolmente grezze, come se il duo avesse modellato il tutto con scarti e residui armonici e ritmici. Ed è da questa astrazione compositiva che nasce una delle migliori canzoni del lotto, “Brezel Says”, che oltre a rubare la melodia a un brano di Lou Reed (non è difficile indovinare quale) cita la “Da Da Da” dei Trio, agitando e oscillando il tutto con malizioso distacco emotivo.
L’agrodolce atto d’amore per la natura underground della cultura pop è la forza motrice degli Stereo Total, percepibile nella frenesia adolescenziale di “Ich Bin Cool”, nel brioso elettropop di “Mes Copines” (che ricorda il brano dei Matia Bazar “Il video sono io”) e nell’eccellente pop alla francese di “Sur Un Fil”.
Eccentrico e amabilmente incoerente, “Ah! Quel Cinema!” riesce a tramutare i suoi difetti in pregi. Nonostante la presenza di molti brani che fungono da semplice collante, è impossibile non notare geniali intuizioni come l’algida funk-dance di “Keine Musik” o il dissoluto romanticismo di “Methedrine”, due brani che nelle mani di artigiani pop come Jeff Lynne aspirerebbero a ben altre vette artistico/commerciali.
Prendere o lasciare, gli Stereo Total non sembrano voler far evolvere la loro formula verso qualcosa di più sostanzioso, timorosi forse di tradire quella natura garage-underground che è da sempre alla base del loro stile.
Ad onor di cronaca, “Ah! Quel Cinema!” non sempre regge il confronto con il precedente album “Les Hormones”, ma il duo riesce ancora a stupire (“Electroshocktherapie”), e di questi tempi è un buon segno di vitalità.
31/12/2019