All Diese Gewalt

Andere

2020 (Glitterhouse)
art-pop

Già nome cruciale della scena alternative-rock di Stoccarda grazie alla militanza in band come Die Nerven e Die Selektion, dal 2014 del debut album “Kein Punkt wird mehr fixiert” Max Rieger conturba gli ascoltatori tedeschi anche in proprio, sotto il drammatico vessillo All Diese Gewalt!. Ossia “tutta questa violenza!”, che questa volta Max, fasciato in un avvolgente velo rosso e armato di kalashnikov (come appare sulla copertina di questo nuovo “Andere”), sembra determinato a combattere, a contrattaccare. A sopraffare, anziché venirne sopraffatto.
Un disco di reazione dunque - come tanti altri in questo 2020 - che suona misterioso, lascivo, potente, a volte anche eccessivo nella sua teatrale messinscena, saturata anche grazie all’intrinseca drammaticità del tedesco – che Rieger pronuncia come in un perenne e roboante monologo interiore. Intorno a queste parole tonanti si agitano infernali il perenne macchinare delle beat machine, sintetizzatori che sgusciano come serpenti, crepitando, e chitarre che infiammano l’atmosfera in una formula art-pop sferzante e appariscente.

La nobile stella polare di “Andere”, segnalata dallo stesso Rieger nelle note stampa, è “Here Comes The Warm Jets” di Brian Eno. Ma è chiaro quanto il tedesco abbia assorbito decenni di cantautorato elettronico – da James Blake ai ribollenti synth di East India Youth, del quale la title (e closing) track sembra emulare le meccaniche in accumulo, almeno fino ai dissolvimenti eterei degli struggenti ritornelli.
Dopo il soffuso attacco in crescendo di “HALTE MICH”, “ERFOLGREICHE LIFE” mescola inglese e tedesco in una pop song dal ritornello di sicuro impatto e memorizzazione ("Gib mir me-e-ehr, Egal wohe-e-er"/ "Dammi di più, non importa da dove tu lo prenda"), che senza giri di parole e metafore punge la società avida e incurante del fatto che i suoi membri più deboli vengano oppressi o cannibalizzati da quelli più forti. Sono più docili ma altrettanto infettive le successive “DEIN” e “ETWAS PASSIERT”, quest’ultima istrionica rappresentazione della noia adagiata su un giro di pianoforte al velluto.

I fumi e i sibili di “ECHOKAMMER” fanno da anticamera al nucleo gravitazionale del disco, un tris di canzoni che alza il livello di violenza e teatralità di Rieger, ormai posseduto da un demone drammaturgico. Si inizia con una “GRENZEN” che intende abbattere tutte le barriere del mondo, guidata da chitarre granulose e arrembanti verso il ritornello graffiante ed enfatico; mentre la scalpitante “GIFT” si presenta come una marcetta sintetica alla Depeche Mode (altezza “My Personal Jesus”), ma distrugge ogni struttura e ordine costituito in un finale cacofonico dai dettagli melò.
Zie die Maske an (indossa la maschera) canta l’episodio conclusivo (e forse migliore) del trittico, pop barocco ritmato dal basso incalzante e avvolto in un’elettronica solenne e galvanica. Un brano dotato di una profondità che attraversa l’emergenza da Covid-19 come una più universale visione antisistemica, con la maschera che interpreta il ruolo di protezione e poi di camuffamento in un mondo di pecore e di lupi.
Prima della conclusione epica e celestiale con “ANDERE”, c’è ancora tempo per l’episodio più sinistro e scontroso del mucchio (“SICH ERGEBEN”), un paesaggio elettronico ombroso e spigoloso, e il suo contraltare, una “BLIND” uggiosa e acustica, dove l’atmosfera tesa viene finalmente rilassata dal lieto gioco dei fiati.

Rispetto a “Welt in Klammern“ del 2016, “Andere“ ha perso un po’ di durezza e intransigenza, nonché uno sperimentalismo latente che non scendeva a compromessi. Non è però un demerito, bensì un sacrificio del cantautore di rosso ammantato per aumentare pienezza e presa di una formula art-pop lussuriosa e statuaria, dalla quale è impossibile distogliere lo sguardo.

30/11/2020

Tracklist

Halte mich
Erfolgreiche Life
Dein
Etwas passiert
Echokammer
Grenzen
Gift
Maske
Sich ergeben
Blind
Andere


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