Jhené Aiko

Jhené Aiko non ha mai fatto segreto del suo uso di stupefacenti, in particolare di psichedelici; viaggiare, tanto via terra quanto con la mente tramite droghe e meditazione, è forse il suo escapismo preferito, quello col quale riesce a rientrare in contatto con sé stessa e affrontare le complessità della propria vita di madre single, di sorella, di donna ferita e di artista dalle sonorità indie che deve districarsi tra le dinamiche della moderna industria discografica. Il suo precedente album di studio si chiamava proprio "Trip", ed era un dolente e annebbiato percorso emotivo col quale l'autrice affrontava la scomparsa del fratello Miyagi, avvenuta per un tumore.
Gran parte del lavoro di "Chilombo" è stato registrata in tutta calma alle Hawaii assieme ai collaboratori lunga data Fistcuffs e Lejkeys, avvalendosi di un grosso armamentario digitale ma anche del caldo suono di percussioni tradizionali come le singing bowls spesso impiegate in riti spirituali - qui si sentono meglio su "Surrender" e "Mourning Doves". Aiko oggi è indubbiamente più serena e la sua scrittura è più rilassata e vaporosa che mai, ma il vernacolo afroamericano che impiega è spigliato e non disdegna certo coloriti modi di dire - vedasi il freestyle di "Triggered", un passionale grumo di dolori e incazzature. Una firma ben riconoscibile, insomma: innata delicatezza vocale e unghielli sempre pronti al graffio.

 

Questa quieta ma ferrea sicurezza nei propri mezzi si può osservare tramite una lunga parata di ospiti in scaletta che non scalfiscono minimamente la visione finale dell'opera. Fa specie sopratuttto la presenza di Big Sean, rapper col quale Aiko intrattiene una tormentata relazione che (non) procede a singhiozzi da anni (i due avevano anche iniziato un progetto congiunto chiamato Twenty88): qui il dialogo intavolato su "None Of Your Concern" assume toni molto personali, mostrando con inusitato candore il dramma di due cuori e due corpi che si vogliono intendere e due teste che invece cozzano di continuo.

Nella sua pacatissima lunghezza, "Chilombo" divaga un po' ovunque, dando all'autrice ampio spazio per assestare colpi e - allo stesso tempo - perdersi tra dubbi esistenziali e nubi di marijuana; il disco affronta il rapporto col sesso e le gelosie al femminile in pezzi dal titolo inequivocabile come "P*$$Y FAIRY (OTW)" e "B.S.", crea un buffo skit in cerca di fumo chiamato appunto "Tryna Smoke", ma infila anche momenti dove il melodismo tocca leggiadrie più popular, come nella particolarissima dedica alla figlia Namiko su "Born Tired" e le dolci strofe di "Speak" e "LOVE".

 

Esattamente come l'altrettanto chilometrico "The Album" di Teyana Taylor uscito pochi mesi fa, è probabile che anche l'uniformità di "Chilombo" non riesca a far breccia oltre la cinta del solito pubblico selezionato - per quanto in questo caso, tra la moltitudine di singoli e videoclip rilasciati, una pronta ristampa deluxe (che porta la scaletta a 29 tracce e sfoggia una bellissima nuova foto di copertina) e una nomina ai Grammy 2021 nella principale categoria di "Album Of The Year", il disco sta veleggiando verso il milione di copie negli Stati Uniti.

Jhené Aiko è quindi la songwriter di r&b psichedelico più nota del panorama midstream, che di questi tempi non è nemmeno una categoria vera e propria quanto, appunto, un particolare spaccato di mercato discografico da lei stessa domato e nel quale può continuare a navigare in tutta calma.

Se l'eccessiva lunghezza fa nuovamente perdere per strada il fascino intravisto nel debutto "Souled Out" (a tutt'oggi la sua collezione più avvincente), "Chilombo" rimane comunque un ascolto interessante, intimo e ricco di spunti, capace d'insinuarsi lentamente sotto pelle e rimanervi ben più a lungo di quanto anticipato. Dovesse davvero riuscire ad acchiappare quel Grammy, sarebbe il disco in categoria più inusitato da anni a questa parte.