Questa volta è personale:
Teyana Taylor - spigliata cantante, autrice e ballerina di New York - ha scelto un titolo generico al suo terzo "The Album" per infilarvi dentro tutta se stessa senza filtri - cosa preclusale quando deve sottostare al volere del proprio boss,
Kanye West. La vita di Teyana scorre come un treno; oggi
ci ride su, ma "Intro" riporta la concitata telefonata registrata durante il parto di sua figlia, avvenuto prematuramente sul pavimento del bagno di casa nel giro di poche ore, il marito Iman nel panico che si fa spiegare da un operatore cosa fare. Un quadretto famigliare intimo, che si completa con "Wake Up Love", dove è proprio Iman Shumpert - giocatore di basket professionista e
rapper occasionale - a far presenza in un candido videoclip assieme alla figlioletta Junie e un altro pancione di mamma Teyana, che al momento in cui si scrive è nuovamente incinta di sei mesi.
Che Teyana e Iman fossero una coppia affiatata non è un segreto; vaporose istanze
quiet storm come "1800-One-Night", "69" e "Boomin" ne dimostrano la forte intesa erotica, mentre "Let's Build", con ospite
Quavo, illustra il mutuo desiderio della coppia d'impegnarsi nella costruzione di una famiglia.
Non che questo precluda a Teyana la possibilità di cercarsi un po' di divertimento durante la propria serata libera: su "Morning", esangue
beat ridotto all'osso e incorniciato da lievissime pennellate di synth, la vediamo inscenare assieme a
Kehlani un'inequivocabile intimità bisex.
E questo per tacere di "Bare Wit Me", confessioni a cuore aperto di una donna confusa e irrazionale, che nell'annesso videoclip in stile boss mafioso soffoca il proprio compagno con un cuscino dopo avergli sparato al petto. La tenue
electro-ballad "Lose Each Other" illustra un ulteriore lato della vita di una coppia che tenta di riavvicinarsi dopo una litigata che pare aver messo la parola fine a tutto.
Una foto di copertina
pop art afrocentrica ispirata a
Grace Jones, e l'uscita del disco nel giorno del Juneteenth, ricorrenza che in America celebra l'annuncio della fine della schiavitù, collocano "The Album" nel pieno del panorama politico 2020. Tra tutti i singoli che ne hanno anticipato l'uscita, il più calzante è sicuramente "We Got Love", accorata marcia soul-funk con la presenza di
Lauryn Hill e un videoclip che prende spunto dall'immaginario della
Janet Jackson ad altezza "The Velvet Rope".
Ma il disco continua ancora per molto; ci sono "Bad", un reggae sintetico che potrebbe essere interpretato da
Rihanna, e "Killa", ubiquitario passo
dancehall sul quale Teyana si dimostra comunque interprete versatile, e non mancano King Combs (figlio di Puff Daddy) sull'ennesimo innuendo di funk erotico "How You Want It?", finanche il discorso d'incoraggiamento ai laureati della classe 2020 di "Made It". Straniante la presenza di
Erykah Badu su una sfilacciata e confusionaria "Lowkey".
Durante un'
intervista al Breakfast Club qualche anno fa, Teyana raccontava senza peli sulla lingua della frustrazione provata durante i lavori del precedente album "
K.T.S.E.", assemblato senza il suo consenso come tassello delle
Wyoming Sessions di Kanye.
Anche per questo "The Album" adesso ne è tutto il contrario: estensivo e prolisso, zeppo di dettagli e con una lunga parata di ospiti. Scoccia quindi notare che, se il team del volatile Kanye era comunque riuscito a fare un ottimo lavoro di
editing, adesso Teyana si spalma su un'ora e diciassette minuti di musica quasi fosse una vendetta personale. Qualche variazione sul tema e un paio di sforbiciate avrebbero sicuramente giovato alla causa; "The Album" infila buoni momenti, ma tende anche a ripetersi inutilmente con la calma uniforme di una
Jhené Aiko - facile, per esempio, perdere il filo del discorso tra le tracce 16 e 20 comprese, un'intera porzione di ascolto che poteva essere omessa senza interferire con l'economia del resto del lavoro.
Sono anni che Teyana Taylor bazzica a bordo campo della scena r&b americana, questa poteva essere l'occasione buona per farsi notare, ma paradossalmente tutta questa carne al fuoco ne diluisce la proposta, precludendole nuovamente una più definita presenza mediatica presso il pubblico generalista. Come in passato, anche se per motivi diversi, "The Album" corre il rischio di rimanere appannaggio esclusivo di vecchi fan e amatori del genere. Un peccato, perché a Teyana non mancano né talento né tantomeno personalità.
22/06/2020