Kehlani

SweetSexySavage

2017 (Atlantic)
r&b, pop

Della californiana Kehlani Ashley Parrish era balzata all'occhio innanzi tutto la storia di vita, tutta vera ma anche perfetta per il pubblico di un talent show come America's Got Talent, al quale partecipò appena 16enne come membro del gruppo Poplyfe. Padre scomparso e madre tossicodipendente, cresciuta un po' dalla zia e un po' per strada, ottima ballerina di chiara matrice urban, una montagna di tatuaggi, orientamento sessuale liquido e un volto sul quale sono rintracciabili le 5 etnie del suo dna: Kehlani è l'incarnazione della nuova gioventù "diversa" americana, e si è da subito conquistata milioni di affettuosissimi fan che la seguono con passione. L'esperienza Poplyfe non è poi andata a buon fine, ma la sua energia già ai tempi è stata tale da convincere l'allora presentatore Nick Cannon, personalità tutto-fare dello showbiz (nonché ex-marito di Mariah Carey), a improvvisarsi suo agente e trovarle il giusto contratto, in questo caso con la Atlantic.

Nella sua rapidissima scalata Kehlani ne ha viste di belle e di brutte, inclusi un tour di gran successo in America e le discrete impressioni della critica per il suo (acerbo) secondo mixtape autoprodotto "You Should Be Here" (2015), che contiene la sua hit al momento più famosa, "The Way". Ma la rampa di lancio s'è fatta presto vertiginosamente ripida quando la ragazzina s'è trovata a cantare un pezzo sul chiacchierato disco dell'ex-One Direction Zayn Malik. Non sono ben chiare le vicende successive, ma poco dopo la vita di Kehlani è stata investita da un tentato suicidio e conseguente ricovero in ospedale, la pressione delle aspettative deve essersi fatta troppo forte e la ragazza ha avuto un pericolosissimo - quanto totalmente comprensibile - momento di vuoto.
Da lì le cose si sono sensibilmente fermate, e Kehlani ha avuto modo di riprendere la corsa a un ritmo più umano, al punto che "SweetSexySavage" è uscito a fine gennaio senza grossi strombazzamenti, e ha l'aspetto più di un lavoro restorativo che non di ufficiale conferma di una nuova popstar mondiale stile Rihanna.

Tuttavia, il cosiddetto mercato midstream del mondo dell'r&b, nel quale Kehlani adesso si ritrova, può essere sia terreno fertile che cestone degli sconti indifferenziati per prodotti che non sono né troppo radiofonici né particolarmente interessanti per gli ascoltatori più esigenti, e purtroppo le ben 17 tracce di "SweetSexySavage" tendono quasi tutte alla seconda opzione. Lo spoken word dell'Insta-poetessa Reyna Biddy che forma l'"Intro" è certamente una sentita dichiarazione d'intenti a cuore aperto, un modo per riaffermare sé stessa e il suo posto nel mondo dopo tutto quanto accaduto:

I'm a superwoman
And somedays I'm an angry woman
And somedays I'm a crazy woman
E il resto delle liriche affrontano con schiettezza di amori andati, sesso pruriginoso, situazioni difficili, auto-affermazione e padri mai conosciuti. Tutto questo non trova però una forte controparte nel tessuto musicale, perché la giovanissima età di Kehlani è fin troppo lampante e presto si nota che quello che si sta ascoltando semplicemente non morde. Certo, la voce non è mai stata il suo punto forte, ancora una volta ci si trova legati a un modello interpretativo quasi pre-impostato senza grosse variazioni di sorta, ma sono soprattutto le scelte produttive che lasciano a desiderare. Se voci "deboli" come Britney Spears e Justin Bieber sono state in grado di intonare pezzi da novanta grazie a miracoli di studio, il lavoro fatto su "SweetSexySavage" è tremendamente standard.
Per atmosfere vagamente più interessanti come "Keep On", gli struscianti singoli "Distraction" e "Undercover", o il dolcemente infantile ritornello di "Get Like", ci sono fin troppe tracce che scorrono senza sosta quasi identiche tra loro ("Not Used To It", la torrida e quasi inesistente "Everything Is Yours", l'impacciatissima sensualità di "Do U Dirty", la lista è lunga). Anche la scrittura è frustrante; le vaghe sonorità tropical-house tipicamente bieberiane di "Personal", per esempio, sarebbero molto ben fatte, ma il pezzo si snoda su una linea melodica dove strofa e ritornello tendono ad assomigliarsi fin troppo, e la voce di Kehlani da sola non è in grado di sollevare il tutto.

E quando si creano pezzi più smaccatamente pop, l'influenza di Taylor Swift è più viva che mai, con tutto quello che ciò può comportare; le adolescenziali sbandate di "Advice" ed "Escape", o le leziose chitarre country-pop di "Hold Me By The Heart" (titolo impronunciabile, quest'ultimo) potrebbero anche accalappiare le orecchie dei giovanissimi, ma vengono presto dimenticate quando si arriva a "Thank You", pezzo schifosamente mieloso come non se ne sentivano dai tempi di Michael Bolton.
Paradossalmente, tra i pezzi più attraenti del lotto rimangono i languori passivo/aggressivi di "Gangsta", una delle due bonus della versione deluxe, già edita sulla colonna sonora di "Suicide Squad".

In tutto questo, Kehlani ha solo 21 anni e tutta una vita davanti per maturare e mettere a punto il proprio talento. Il suo spaccato di vita mostra una ragazza tutto sommato tenace, ma che non ha paura di parlare anche delle proprie debolezze e fallimenti - il che è sicuramente positivo. Per ora la sensazione è che alla Atlantic si siano trovati un po' spaesati di fronte a questo scricciolo di ragazza e non abbiano saputo come incanalarla a dovere, forse per paura di forzare troppo la mano, o forse per far leva sul suo lato più stradaiolo. Sta di fatto che nulla funziona al momento, tra tutta la (lunga) lista di collabratori è difficile capire chi possa, in un futuro, portare l'autrice verso momenti più memorabili.
Dolce fin troppo, sexy a seconda, ma selvaggia proprio no.

05/02/2017

Tracklist

  1. Intro
  2. Keep On
  3. Distraction
  4. Piece Of Mind
  5. Undercover
  6. CRZY
  7. Personal
  8. Not Used To It
  9. Everything Is Yours
  10. Advice
  11. Do U Dirty
  12. Escape
  13. Too Much
  14. Get Like
  15. In My Feelings
  16. Hold Me By The Heart
  17. Thank You
  18. I Wanna Be*
  19. Gangsta*

*versione deluxe




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