Phase Fatale

Scanning Backwards

2020 (Ostgut Ton)
techno industrial

La Ostgut Ton è la label del celebre Berghain Club di Berlino, un luogo dove ogni amante della techno ha trascorso almeno una notte della sua vita. Tra le tante uscite degli ultimi anni (anche Marcel Dettmann e Ben Klock hanno inciso per questo marchio), sembra arrivato il momento giusto per il newyorkese Hayden Payne, dj e producer americano da tempo stanziato nella capitale tedesca. Le prove generali le avevamo assaporate con il 12" "Reverse Fall" del 2018 (sempre su Ostgut Ton), un pregevole esempio di body music di taglio industriale, perfetta anche per i dancefloor più oscuri. Ma la carriera di Hayden parte da ancora più lontano, "Scanning Backwards" è infatti il suo secondo album dopo il valido "Redeemer" del 2017 (uscito su Hospital Productions) e qualche altro Ep pubblicato sotto varie etichette.

Siamo nel 2020 e la sostanza non cambia, Phase Fatale è davvero un nome da tenere d'occhio, un personaggio che sta consolidando la sua fama attraverso release di assoluto valore: gli otto brani di "Scanning Backwards" mettono in luce più di prima l'equilibrio quasi perfetto tra le varie componenti del sound, un incontro travolgente in cui scorie di derivazione techno e industrial si fondono senza necessariamente alzare il bpm oltre un certo limite. La proposta di Hayden Payne è dunque sporca e cattiva, un approccio che esalta la fisicità dei vari brani trascinandoli sovente sul versante Ebm, come nella spettacolare traccia d'apertura "Velvet Imprints" (quasi una versione aggiornata dei cari vecchi Front 242, una sensazione che ritorna con prepotenza nelle magnifiche pulsazioni elettroniche di "Binding By Oath").

All'interno di un album che predilige la qualità alla quantità, non c'è spazio per riempitivi di sorta: se quindi "Polystyrene" è soltanto un prezioso anello di congiunzione dai connotati più sperimentali (idem l'ipnotico rumorismo di "Proxy Contact"), è con la successiva "During The Freezing Process" che Phase Fatale torna a macinare i suoi beat magnetici e pesanti, aprendosi verso un'angoscia latente dai tratti cupi e ombrosi, per non dire opprimenti.
Queste composizioni lasciano filtrare ossessione e paranoia, non a caso la proposta di Hayden Payne è rivolta anche al corpo che danza nella solitudine suburbana, lontano dalla folla: "Mass Deception" è alienazione, è distopia, è un martello che si agita nel buio di questi giorni, così come "De-Patterning", un trip robotico che scivola via tra sintetizzatori intrisi di acido in attesa di un cataclisma imminente. "Scanning Backward" risulta così un disco quadrato, coerente e tutt'altro che scontato, un passo forse decisivo nella carriera di questo prolifico musicista americano cresciuto ascoltando post-punk e dintorni.

Questo è il suo presente, carico di nervosismo e di insofferenza, un messaggio chiaro e diretto per aprire in maniera più che degna questo nuovo decennio già pieno di paure e di incertezze.

04/02/2020

Tracklist

  1. Velvet Imprints
  2. Binding by Oath
  3. Polystyrene
  4. During the Freezing Process
  5. Mass Deception
  6. Proxy Contact
  7. De-patterning
  8. Splintered Heels

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