Arlo Parks

Collapsed In Sunbeams

2021 (Transgressive)
bedroom pop, neo-soul, alt-r&b

Occhi lucidi, gote arrossite, nervi a fior di pelle, gelosie incontenibili, piccole scenate. E ancora: fermate del bus, amici di sempre, sogni che son desideri, sigarette trattenute a stento tra le labbra socchiuse. Sono questi dettagli da una gioventù di tutti i giorni la materia di cui è fatta la poesia di "Collapsed In Sunbeams", sorprendente debutto di Arlo Parks, al secolo Anaïs Oluwatoyin Estelle Marinho, ventenne londinese di origini franco-nigeriane-ciadane che, con semplicità, come fosse la cosa più facile del mondo, sta stregando un po' tutti.

Il segreto della giovane cantautrice risiede nella naturalezza con cui riesce a mettere in scena emozioni universali, sentimenti che, specie negli anni più giovani, ti scombussolano fin dentro le budella. Tumulti che non fanno distinzione di orientamento sessuale o colore della pelle.
"Won't hurt so much forever/ Won't hurt so much/Won't hurt so much forever/ Won't hurt so much", intona la signorina Parks in "Hurt", che apre il disco dopo la breve introduzione in spoken word della title track; "We all have scars, I know it's hard/ You're not alone, you're not alone/ You're not alone like you think you are", cantilena invece in "Hope". In entrambi i casi, il messaggio arriva così forte e chiaro e il ritornello è così contagioso che, sin dal primo ascolto, non si può che annuire con compartecipazione e cantare.

Trasversale è anche la musica di "Collapsed In Sunbeams", che si muove con plasticità dal bedroom pop scheletrico della sussurrata "Black Dog" ai ritmi più pimpanti di "Too Good" e "Green Eyes" (nella quale la voce al miele della Parks svolazza come quella di una novella Nelly Furtado), dal neo-soul jazzato con rinforzo di pianoforte di "Hope" all'elettronica downtempo di "For Violet" o "Bluish", dal rap di "Portra 400" ai dolci riverberi dream-pop di "Caroline".
Quest'ultima è del disco la gemma più preziosa. Arlo racconta una lite di coppia cui ha assistito a distanza, dalla fermata dell'autobus. Le parole e la melodia, che scivola via dalla chitarra come fosse crema, sono così limpide che ci sembra di essere lì con lei. A spiare quei due con la coda dell'occhio, mentre si affrontano e gridano, respingono e poi riafferrano.
La fluidità delle chitarre r&b della sbarazzina "Just Go" e quella del basso di "Eugene", che ammicca con fierezza a quello di "House Of Cards" dei Radiohead, fanno scivolare la seconda parte del disco come un ruscello e con la dolcezza di una carezza.

"Super Sad Generation" e "Sophie", i due Ep rilasciati da Arlo Parks nel 2019, ci avevano presentato un'interprete raffinata ed empatica, dalla voce mielosa e suadente. Un'artista della florida scena black da tener certamente d'occhio, come del resto in Inghilterra è stato fatto sin da subito, dalla stampa e dalla sempre lungimirante Bbc. Come era facile evincere già dai sei (!) singoli che lo hanno anticipato, "Collapsed In Sunbeams" fa ancora meglio, ponendo inizio a una carriera dalle aspettative enormi.
Perché si sa, piccola Arlo, da grandi canzoni derivano grandi responsabilità.

01/02/2021

Tracklist

  1. Collapsed in Sunbeams
  2. Hurt
  3. Too Good
  4. Hope
  5. Caroline
  6. Black Dog
  7. Green Eyes
  8. Just Go
  9. For Violet
  10. Eugene
  11. Bluish
  12. Portra 400


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