Renée Reed

Renée Reed

2021 (Keeled Scales)
alt-folk

Ci sono dischi che ti catturano per la loro nuda bellezza, per un’imponderabile grazia, spesso avulsa dall’identità stilistica. Sarà merito dell’atmosfera sognante e indolente, o forse delle influenze che fanno capolino in un insieme apparentemente omogeneo, ma l’esordio di Renée Reed è uno di quei preziosi scrigni di cantautorato folk americano che ancora riescono a smuovere i sensi.
La ragazza di Lafayette, Louisiana, sposa reminescenze cajun e la soave sensualità della musica francese con dotti accordi di fingerpicking e un approccio minimale che sottolinea i pregi e i - pochi - difetti di dodici melodie tanto semplici e grezze quanto rimarchevoli e preganti.

Registrato su un tascam a quattro tracce, “Renée Reed“ è un onirico folk campestre. Un album intriso di sogni e aspirazioni, un diario di un’artista cresciuta con il mito dei Beatles e di Kate Bush, che ha infine scoperto il fascino delle chanteuse, ovvero di quella dimensione intima e leggermente indolente che lascia scivolare amarezze e rimpianti su esigue flebili note, ricche di calore e empatia.
Bastano pochi accordi di chitarra e il fruscio di una tastiera per il doloroso coming out emotivo di “Out Loud”, o un accenno ai Beatles del “White Album” per il surreale contraltare di “I Saw A Ghost”. Renée Reed passa dal tono disinvolto e cristallino di “Little Flower Dance” al torbido e oscuro tono incalzante di “Fast One” con una disarmante padronanza tecnica ed emotiva.

La giovane cantautrice solca le strade già abilmente percorse da Jessica Pratt con un lirismo ancor più evanescente e remissivo (“If Only We Could”), bussa all’uscio di Elliott Smith per regalargli un brano apocrifo (“Neboj”), scivolando su note languide che prendono improvvisamente corpo e anima fino a lambire i sogni dell’ignaro ascoltatore.
Le tenebrose trame d’organo di “Où Est La Fée” e il ruvido valzer di “Drunken Window's Waltz” per un breve attimo spezzano l’incantesimo alt-folk, citando rispettivamente Françoise Hardy e le origini cajun dell’artista, che gioca abilmente con la diversità stilistica, intercettando ora l’aspra malinconia del blues in “Until Tomorrow”, ora le delizie del puro romanticismo nella lucente “The Ash”.

Dietro queste dodici confessioni in musica, si nascondono segreti non del tutto svelati. Canzoni la cui bellezza va colta ignorando per un attimo lo scorrere del tempo, senza distogliere l’attenzione dall'ascolto. Quel vibrato della voce (“Fool To The Fire”), quella sequenza di accordi apparentemente ripetitivi (“Your Seventh Moon”), quell’eco ossessiva che improvvisamente spezza il sogno per la cruda realtà (“Fool To The Fire”) sono cenni, gesti, accenni di verità di una delle confessioni più struggenti e autentiche del cantautorato femminile degli ultimi tempi.

03/08/2021

Tracklist

  1. Out Loud
  2. I Saw A Ghost
  3. Little Flower Dance
  4. Fast One
  5. Neboj
  6. Où Est La Fée
  7. Until Tomorrow
  8. Your Seventh Moon
  9. The Ash
  10. Fool To The Fire
  11. If Only We Could
  12. Drunken Window's Waltz




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