Da qualche anno la carriera dei Goblin di Claudio Simonetti sembra godere di una nuova vita: tour mondiale con teatri pieni in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone, un nuovo album ("The Devil Is Back") e una formazione nuova di zecca ("la mia migliore formazione di sempre", ci dice proprio Simonetti). Questo periodo d'oro culmina con il quarantacinquesimo anniversario di "Suspiria", storica colonna sonora dell'omonimo film di Dario Argento, che viene festeggiato nel migliore dei modi con una versione prog rock non nostalgica del sound degli anni 70, già provata varie volte dal vivo negli ultimi anni.
Queste evoluzioni ci portano alla nuova versione di "Suspiria", brano celeberrimo che - dopo un inizio-fotocopia dell'originale - si evolve in un seconda parte veloce e martellante di ampio respiro e meno legata alle claustrofobiche atmosfere da film horror. Con il nuovo funambolico chitarrista Daniele Amador, ex-membro della band progressive metal Onydia, Simonetti ha maggiori possibilità di variare e modernizzare il proprio sound, cosa che appare evidente ad esempio in "Markos", brano tipicamente progressive con chitarre al confine del metal che possono ricordare persino i Dream Theater.
Le nuove versioni di "Sighs" e "Witch" trasformano gli originali, in particolare la seconda che a tutti non potrà che ricordare la fuga nel bosco della povera Pat e che termina con un potente finale hard-prog. Chiudono la lenta ballata con sax di "Black Forest", un po' troppo simile all'originale, e il delizioso valzer di Simonetti, "Death Valzer", che a tutti ricorderà le lezioni di danza dell'Accademia di Friburgo.
"Suspiria Prog Rock Version" poteva ambire sia a rivitalizzare un classico senza tempo, pietra miliare delle colonne sonore italiane, sia a essere un omaggio alla carriera straordinaria di un musicista capace di creare melodie immortali. È probabile che, a parte due o tre brani, raggiunga il secondo scopo. E dopo cinquant'anni di carriera a questi livelli, non è poco.
08/02/2023