Russian Circles

Gnosis

2022 (Sargent House)
post-metal, post-rock

Dopo aver interrotto la tradizione di una parola e una soltanto per il titolo di ciascuna uscita discografica con “Blood Year” del 2019, i Russian Circles vi ritornano per la loro fatica numero 8, “Gnosis”. La gnosi del granitico trio di Chicago non può che essere oscura, minacciosa e chiaramente riferita al genere umano e viene infusa in 7 brani brutali e torrenziali, inevitabilmente parchi di momenti per rifiatare.
Pericolosamente slanciata verso l’alto, “Tupilac”, costruisce vertiginose cattedrali di chitarre impalcate su tessiture ritmiche fitte come i reticoli metallici di un sito di costruzione. Scaliamo lo scheletro di un grattacielo con gli operai in copertina: siamo prossimi alla cima, e dunque alla caduta. È ancora più violenta “Conduit”, incompromissorio numero post-metal giocato su di un riff di chitarra che romba come un bombardamento a tappeto.

Con le sue geometrie aguzze di chitarra e un tappeto di tastiere ipnotiche memore dei Mogwai più elettronici, la title track conferma l’abilità “sartoriale” del trio, la grandezza delle cui texture emerge con ancor più veemenza in assenza di feedback e distorsioni efferate. Brani di mezza scaletta come “Vlastmill” e la pre-conclusiva “Betrayal” non riescono a sorprendere come quelli che li precedono, ma non si può dire che la loro potenza di fuoco, specie quella del secondo, lasci indifferenti.
Il finale, intitolato “Bloom”, è invece decisamente inatteso. Specularmente a quanto succede nella traccia d’apertura, siamo in ascesa. Questa volta non è però un’arrampicata, bensì un volo. Mike Sullivan (chitarra), Dave Turncrantz (batteria) e Brian Cook (basso) scaricano temporaneamente la loro corazza metal e lasciano che la loro musica s’innalzi e leviti sulla scia di maestri come Alcest ed Explosions In The Sky.

 

È una luminosa chiosa che abbaglia con nuove possibilità l’umanità autodistruttiva quanto le chance espressive di una formazione che nel proprio ambito non ha più nulla da dimostrare, e forse da mostrare, ma che potrebbe fruttuosamente allargare il proprio campo d’azione.

30/10/2022

Tracklist

  1. Tupilak
  2. Conduit
  3. Gnosis
  4. Vlastimil
  5. Ó Braonáin
  6. Betrayal
  7. Bloom


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