Babymetal

The Other One

2023 (Cooking Vynil)
j-pop, heavy metal

Sarebbe stato facile per Kei Kobayashi e le sue ragazze vivere di rendita, spolpando fino all'osso il loro j-pop ipervitaminizzato con dosi massicce di metallo, secondo un modello tanto funzionale quanto copiato, quantomeno in patria, negli ultimi 10 anni. Ma le Babymetal sono come Paganini: non ripetono, anche a costo di spiazzare il loro fandom, che, a ben vedere, finge di lamentarsi, ma, in realtà, non chiede altro.
Ammetto che, nei mesi precedenti all'uscita di "The Other One", anch'io mi preparavo a scrivere il necrologio del progetto. "Quanta serietà… dov’è il divertimento degli esordi?!", pensavo ascoltando i quattro singoli usciti prima dell'album. Dove sono le granate da pista come "Da Da Dance" o "Yava"? Dove sono i poweroni gioiosi e liberatori come "Megistune" e "Amore"? Al secondo ascolto del disco, ho dovuto concludere: me li hanno negati, e hanno fatto gran bene. In tempi in cui gli artisti sembrano cercare con il bilancino la formula per vellicare meglio la pancia di un pubblico sempre più conformista, la scelta di frustrare ogni aspettativa (mantenendo, però, una certa forma di coerenza con il passato, in modo da evitare l'effetto di un'eccessiva eccentricità) merita già di per sé il massimo rispetto.


Nelle undici tracce non c'è, infatti, nulla di quello che le ha rese così popolari e, a ben vedere, le ragazze appaiono poco persino nei video, senza nemmeno uno straccio di coreografia. Solo qualche immagine, con vestiti rituali e atteggiamento ieratico. Siamo arrivati persino al punto in cui Sumetal si cimenta come coautrice di uno dei brani (e pure uno dei migliori), per Giove!
Se le Babymetal sono state sempre un gruppo da festa, qui si prendono dannatamente sul serio e danno l'impressione di poterselo permettere. Se un'eccessiva varietà nella scrittura è stata da sempre croce e delizia dei loro dischi, qui siamo davanti a 40 minuti di una compattezza monolitica, nonostante il solito gran numero di autori. In "The Other One", insomma, il gruppo rifiuta con coraggio ogni scelta facile e scontata. Dalla sua, però, ha pezzi clamorosi, come il power sinfonico di "Divine Attack (Shingeki)", "Time Wave", dalle influenze quasi outrun, o l'elettrizzante Ebm cromato di "Metalizm", che risulta tra le loro cose migliori. Per il resto, è un ottimo destreggiarsi tra intricati riff prog, soluzioni elettroniche, tonnellate di groove e melodia, anche se di kawaii non è rimasto più nulla. Certo, si può discutere se questa sia effettivamente la loro tazza di tè, ma è un disco in tutto e per tutto apprezzabile e segna un nuovo percorso.


Sumetal, coerentemente con il mood del disco, regala una prova professionale e controllata, senza mai andare sopra le righe o strafare - il che potrebbe sembrare uno spreco, tenuto conto che stiamo parlando di una voce dalla potenza rara, ma dà la misura del lavoro di sottrazione e limatura che viene fatto in "The Other One".
Il tempo ci dirà se la scelta di svoltare bruscamente rispetto all'affollato percorso da loro stesse tracciato sia stato un azzardo, di certo, nell'anno di grazia 2023, dobbiamo prendere atto che le Babymetal sono un fuoco d'artificio che muta figura, ma non vuole smettere di esplodere.

28/05/2023

Tracklist

  1. MonochromeLight and Darkness
  2. Mirror Mirror
  3. Maya
  4. Believing
  5. Metalizm
  6. The Legend
  7. Divine Attack- Shingeki
  8. Time Wave
  9. Metal Kingdom

Babymetal sul web