Sette anni di assenza, interrotti soltanto dal breve Ep acustico "Echo Home" e dalla raccolta di B-side e rarità "Little Bastards". Poi la pandemia, e i Kills oggi tornano, stilosissimi, con l'intenzione di voltare pagina, rendendo il proprio sound meno minimal e più ricco di influenze e sfumature rispetto al passato.
Il chitarrista Jamie Hince ha dichiarato di aver iniziato a comporre il materiale contenuto in "God Games" per destinarlo a un side project, ma cammin facendo si è reso conto di quanto queste canzoni sarebbero state benissimo dentro un nuovo album dei Kills. Ha quindi completato il lavoro con il consueto team formato da Alison Mosshart e dal producer Paul Epworth, collaboratore di lungo corso del duo, responsabile degli aspetti ritmici.
C'è qualcosa di spirituale in questi dodici inediti, non soltanto per il titolo prescelto, "God Games", ma anche - fateci caso - per i cori gospel che arricchiscono il declamato di "LA Hex" e per lo svolgimento catartico di "Going To Heaven". Non si tratta però di una svolta religiosa, semmai di una "spiritualità laica" che si estrinseca in un album di garage-blues-rock solido e viscerale, dark e metropolitano, con l'unica pecca dettata dal ricorso alle moderne tecnologie di registrazione che disintegra il verace approccio lo-fi degli esordi. Le chitarre scorticate di "103", i riff molto White Stripes di "New York", l'andatura a suo modo trionfale di "Wasterpiece", l'approccio retro di "Blank" sono altre sfaccettature che caratterizzano una ripartenza senz'altro convincente.
03/11/2023