Laurel Halo

Atlas

2023 (Awe)
ambient, modern classical, new age

La natura, il cosmo, il caos, l'errore umano, le allucinazioni. L'insieme che anima "Atlas" e lo spirito della nuova etichetta Awe lascia intendere a monte il trasporto emotivo vissuto di recente da Laurel Halo. È un gioco di pensieri tanto profondi quanto irrisolti che si staglia lungo un orizzonte finora inedito per lo sguardo della compositrice statunitense.
"Atlas", sesto disco in carriera, è per la Halo equiparabile, fatti gli opportuni distacchi filosofici e sonori, a ciò che fu "Silence Is The Answer" nel 1980 per Georg Deuter: un album meditativamente espanso concepito per staccarsi dai battiti del passato, dagli sperimentalismi, da ciò che ha agitato i controlli nella prima fase della propria avventura. Perché ad ascoltare "Late Night Drive" sembra di tornare ai Kopernik di "Odoyant et Divers" con il contrabbasso sostituito da un flusso di onde lontane. E nell'estatica fluorescenza di "Sweet, Tears Or The Sea" e "Atlas" pare addirittura di tornare al cospetto della "healing music" di Joanna Brouk e, a dirla tutta, anche a una certa sofisticazione new age purtroppo sommersa dai cliché narrativi.

Si diceva appunto di cosmo e caos. Le dieci partiture di "Atlas" nascono da sensazioni opposte. C'è calma e curiosità. Sono movimenti che esplicano le sensazioni provate dalla musicista americana tra il 2021 e il 2022, nel periodo vissuto in giro tra Berlino e Londra. Umori filtrati attraverso chitarre, violini, vibrafoni e piani preparati grazie anche a una squadra fidata di musicisti che comprende il sassofonista Bendik Giske, il violinista James Underwood, la violoncellista Lucy Railton e il cantante Coby Sey: tutti uniti per smuovere agitazioni interiori che emergono nella foto sfocata in copertina.

Se in alcune zone del disco giova appunto ricordare il duo di Atlanta, altrove riaffiorano i bagliori notturni a pelo d'acqua di Peter Mergener e Michael Weisser. C'è però nella nuova musica di Laurel Halo un'epica di fondo che tende a dilatare tutto verso un'astrazione che è subconscia ("Reading The Air"). Mentre gli echi della Brouk dondolante al piano spuntano ancora volta in "You Burn Me", prima che sul finale gli archi "trionfino" definitivamente, in quello che si potrebbe definire un dolce aprirsi all'universo e ai suoi misteri.

"Atlas" potrebbe tanto essere un nuovo capitolo nella parabola, fin qui imprendibile, di Laurel Halo, quanto un diario a parte e isolato dei suoi arcani pensieri. A dirci di più sarà solo il tempo. Per ora non resta che lasciarsi trasportare dallo strano bagliore di un'opera sfuggente, inaspettata, straordinariamente intensa.

27/09/2023

Tracklist

  1. Abandon
  2. Naked To The Light
  3. Late Night Drive
  4. Sick Eros
  5. Belleville
  6. Sweat, Tears Or The Sea
  7. Atlas
  8. Reading The Air
  9. You Burn Me
  10. Earthbound

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