“The Birthday Party” non racconta il lato glamour della festa. Non è la danza forsennata e probabilmente stolida di chi festeggia l’illusione di una conquista. È soprattutto la foto di un sorriso smozzicato a fatica. È il disagio di chi non vuole stare al centro dell’attenzione ma deve soffiare un desiderio (a cui probabilmente non crede più) su una distesa di panna inacidita, mentre un circolo di parenti e amici intonano sgraziatamente l’inno alla decadenza della vita.
È l'impaccio delle mani che si rifugiano in tasca.
È l’ingresso in sala di chi non è stato invitato e che sicuramente finirà tutto l’alcol per poi vomitarlo in qualche angolo buio della casa.
Tuttavia, in questo senso di disfatta, “The Birthday Party” è anche la celebrazione di una qualche possibile rinascita.
È il miracolato che festeggia l’incredulità di essere ancora stranamente, e fottutamente, vivo.
Ascoltare i sontuosi drappeggi dream-pop dei Lunar Bird è come cadere sotto ipnosi, scorgere la realtà dietro a un velo gelatinoso nel quale infiniti bagliori scintillano fino a stordire. Pareti di ovatta, il battito di un cuore che pulsa con la luce. E ombre, anche loro a tempo con quel battito. Donne e uomini di cui non si scorgono i visi, confusi tra i riflessi. Danzano al ritmo compresso e sfocato di queste canzoni che ricordano il movimento di una spirale: giungono fino a un punto massimo di avvitamento e poi si liberano per ricominciare.
Ci si muove tra le stanze della title track (Nella penombra la protagonista scorge un vecchio amante e sa che dovrebbe andare via. A unirli è un legame tossico. Non riesce a sfuggire a quel bisogno di adrenalina. È il suo personale coniglio bianco che non può che portare inevitabili guai), della sinuosa melodia di “Driven By The Light” (È difficile sfuggire all'attrazione. È come un'irresistibile nebbia rosa e densa che ipnotizza e conduce dove probabilmente non ti saresti mai aspettato di andare. E quando arrivi lì, solo quel momento esiste) o nell'intensa emozione di “Firestorm” (Lo sguardo allo spazio come luogo di un’appartenenza immaginaria, ma ben più rassicurante e familiare della realtà che lo circonda).
I movimenti sono narcolettici, ti vengono addosso piano e si allontanano con la stessa lentezza. È come un film al rallentatore. Un muro di gomma. Intravedi qualche sorriso ma i volti rimangono confusi, come spalmati su una lastra fotografica che li allunga e li deforma. Ci sono occhi grandissimi, bocche distorte, mani con dita lunghissime, gambe che sono trampoli. Qualcuno ha detto “Twin Peaks”?
La voce trasognata, tastiere stratificate come chitarre shoegaze, echi Beach House, Broadcast e Cocteau Twins, un volteggiare magmatico. Le onde si alzano e quando sembra stiano prendendo il sopravvento si ritirano. La vibrazione si asciuga e poi riprende corpo. Senza rendertene conto ti stai muovendo. Sali e scendi, esisti e poi scompari. Sei inghiottito dal buio e poi risali alla luce. Dentro e fuori, interno ed esterno. Nulla più esiste. Chiudi gli occhi, ti lasci andare, ti sciogli nel suono.
(I Lunar Bird sono Roberta Musillami ed Eliseo Di Malto, coadiuvati da diversi ospiti. Italiani che operano nel Regno Unito, vantano un album, svariati singoli, passaggi radio sulla Bbc, un gran numero di concerti e premi assortiti. Con “The Birthday Party” giungono a piena maturazione e sono destinati a ulteriori stupori. Le parti in corsivo sono di Roberta ed Eliseo)
06/05/2023