“How good does it feel, to be you, to be real?”. Questa frase, presente nel refrain di “The Real”, rappresenta il punto di partenza concettuale di “Moments Of Clarity”, terzo album per questi texani provenienti da Houston (oggi un quintetto in pianta stabile, dopo l’ingresso in line-up di Kora Puckett).
Il leader della band Jacob Duarte (voce, chitarra e sintetizzatori) si è fatto una domanda e si è dato una risposta, attraverso un percorso di maturazione segnato dal dolore e dalla confusione. Tale risposta non solo è stata scelta come titolo dell’album, ma collima con un ritorno decisamente più ispirato rispetto al precedente “12th House Rock” (2020), un lavoro di transizione, che aveva in parte affievolito le ottime premesse del debut “Satisfaction” (2016).
Anche se i Narrow Head sono innamorati dei 90’s, la loro proposta non suona affatto datata, perché nel loro sound c’è anche spazio per un flusso musicale legato alla contemporaneità: queste dodici tracce mostrano infatti un volto moderno, fresco e trascinante, soprattutto quando l’album comincia a ingranare le marce più alte. Sì, perché dopo una discreta partenza in cui lo spettro dei primi Deftones aleggia come un’immediata sensazione, i texani tirano fuori dal cilindro i veri pezzi da novanta del disco, a cominciare da “Trepanation” (una tempesta emozionale in cui le chitarre si innalzano sontuose) e proseguendo con la più rilassata “Breakup Song”, un episodio che mescola con chirurgica precisione l’esperienza del post-grunge con quella del nu-gaze (chiamare in causa i Nothing diventa quasi inevitabile).
Il muro sonoro di “Moments Of Clarity” prosegue imperterrito nelle successive composizioni, fino a raggiungere il suo apice nella doppietta (praticamente) post-hardcore di “Gearhead” e “Flesh & Solitude”, il lato prettamente heavy dei Narrow Head (dove le vocals più graffianti e aggressive entrano a gamba tesa sulle melodie tessute da Duarte, mettendoci definitamente al tappeto).
Il segreto di “Moments Of Clarity” sta nel suo crescendo inarrestabile e nella sua capacità di saper conciliare potenza e velata malinconia, ricorrendo a una serie di soluzioni (solo in apparenza banali) che attraversano con assoluta nonchalance gli ultimi trent’anni di alternative music statunitense.
La lucidità a cui ambiscono i Narrow Head passa senza dubbio da questi presupposti, prendendo forma e sostanza in un vortice mai sazio di grazia e di violenza.
(01/03/2023)
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