Reject the expectations, live the present,
Live the moment, this way it can’t go wrong
Riannodare i fili del proprio passato e (ri)trovarsi. Le tracce di “stillness, stop: you have a right to remember”, terzo disco di Any Other, rappresentano le tappe ideali di un viaggio interiore, un percorso curativo compiuto per poter finalmente riuscire a guardare con maggiore consapevolezza verso orizzonti futuri. Arrangiato, prodotto e suonato quasi per intero insieme al sodale Marco Giudici, l’album della polistrumentista veronese di base a Milano arriva a sei anni di distanza dal sophomore “Two, Geography”, a seguito del quale Adele Altro ha portato avanti ulteriori attività, tra cui una collaborazione con la band di Colapesce, e la composizione delle musiche di “Limoni”, podcast di Internazionale sul G8 di Genova, dalle quali è poi nato “Tentativo”, primo lavoro pubblicato a suo nome.
Le sue sono parole precise, urgenti, affilate e senza filtri, inserite in liriche che si attestano tra le più introspettive e intime della sua produzione, accompagnate da leggeri intrecci sonori dove a fare la differenza sono dettagli piccolissimi. Le atmosfere minimali ed eteree tra folk e chamber-pop, arricchite da leggere venature rock, si affiancano, senza aver nulla da invidiargli, a quelle di protagoniste della scena cantautorale internazionale del calibro di Cat Power, Julien Baker, Courtney Barnett e Julia Jacklin. Ciò è visibile fin da subito con il piano cadenzato e i sax protagonisti della determinata “Stillness, Stop”, dichiarazione d’intenti che esprime una rottura con il passato e la volontà di non cadere più in dinamiche tossiche.
I have been told “Try not to think about it,
Make an effort: this is all in your head”
Now, would you tell somebody
In this fucking dirty city “Try not to breathe toxic air”?
I wish I didn’t feel everything so much
I know, this is a blessing and yet a curse
There’s a hole right in my tummy that won’t fill up
I’m just so sick of it
Tra i taglienti frammenti di specchi disseminati e ricomposti gradualmente nell’opera, alcuni mostrano sfaccettature delle diverse relazioni umane: un’amicizia tradita è al centro delle melodie degli archi e delle chitarre di “Zoe’s Seed”, mentre la dura e pungente “Awful Thread” illustra un complesso rapporto tra genitori e figli, supportato da uno splendido arrangiamento orchestrale. La vivace e risoluta “If I Don’t Care” invita ad andare avanti per la propria strada, reggendosi su equilibri sottili e perfetti, intessuti da piano elettrico e chitarra.
Sorprendono i dinamici vezzi sintetici e i cori polifonici ascendenti di “Second Thought”, tra le cui backing vocals spuntano quelle di Lorenzo Urciullo in arte Colapesce, Andrea Poggio e Jacopo Lietti (Fine Before You Came), proseguendo con gli arpeggi trionfali e la batteria sullo sfondo di “Need Of Affirmation”, brano cardine i cui temi portanti sono auto-affermazione e ricerca di identità.
It must be how life is
Beyond comprehension
Just right from the start
Let go eventually
Just know that you have
A right to remember
The good and bad
But he won’t be there to see
The miracle happening
“Extra Episode” rivendica il diritto di poter ricordare le cose belle nonostante il passato doloroso, pronta a volgere lo sguardo al futuro tra le finezze di viola, violino e chitarra acustica, seguite dai titoli di coda da musical d'antan che scorrono sulle note di piano della strumentale “Indistinct Chatter”.
In mezz’ora spaccata di orologio l'urgente puzzle emozionale assemblato da “stillness, stop: you have a right to remember” snocciola otto brani perfetti, i cui ricami e cesellature riconfermano Any Other tra i progetti cantautorali e le voci più interessanti del panorama italiano (e non solo), in costante crescita.
27/01/2024