Il Quadro di Troisi

La commedia

2024 (Raster/42)
art-pop, synth-pop

La commedia della vita, con il suo caos, i conflitti, le decisioni d'impulso, i ripensamenti e le pacificazioni insperate. La commedia con il suo carico dolceamaro di capitomboli e cinismo, con le sue paure amplificate a dismisura e le risoluzioni dense di malinconia. La commedia, perno cinematografico di un'Italia nel pieno del miracolo economico ma capace come poco altro di descriverne le nevrosi, le trepidazioni, le plateali ipocrisie. Con la nostalgia e la teatralità umbratile dei migliori anni Ottanta a fungere nuovamente da sostegno alla sua visione, il terzetto Eva GeistDonato Dozzy–Pietro Micioni (entrato in pianta stabile nel progetto) si ripresenta quattro anni dopo l'elegante omonimo in un contesto globale completamente stravolto ma con una maestria e una consapevolezza che irrobustiscono quanto di personale il debutto aveva saputo figurare. Più lineare e pop, perfettamente incasellato nella sua essenzialità sintetica, l'atto secondo del Quadro di Troisi celebra l'inquietante e l'oscurità con amara raffinatezza, un poetare spezzato che sussulta in quella terra di mezzo tra il sublime e l'ordinario, per (ri)scoprirne tutte le potenzialità inespresse. Per rappresentare quella turbolenta recita che è la vita.

Dieci archetipi, dieci tarocchi contemporanei e allo stesso tempo eterni, filtrati da un prisma che guarda a Giuni Russo, Alice e Pino Mango, ma che origina da un intricato lessico sintetico, figlio della regina madre Suzanne Ciani (amica del gruppo e qui chiamata in veste di collaboratrice) ma capace di muoversi in lungo e in largo per i decenni e i continenti, algido e malleabile al tempo stesso.
È un gioco di contrasti che acuisce la commedia messa in atto dal terzetto (in realtà quartetto grazie ai mirati contributi di violino di Francesca Colombo), che ne esalta l'oscura malia, il “soffio glaciale”, come da conclusione del cristallino techno-pop de “La notte”. È un gioco che copre di colate di inchiostro memorie di un passato ormai inafferrabile (le rade scansioni de “L'alieno”), che sonda le pieghe del dubbio e del mistero (“I buchi neri” nei pensieri di Geist, animati da un vago soffio kraftwerkiano), prima di evolvere in speranzosa aria da opera postmoderna (il passo a metà tra “Vox” e “Mediterranea” di “La prima volta”).
Se poi è l'attualità a trovare spazio, lo fa con i tratti di un vento mistificatore, a cui soltanto la verità, come un fortuito deus ex-machina, saprà fornire la giusta risoluzione.

Cantato con emotività accresciuta, con piena consapevolezza delle vertigini e degli abissi narrati, “La commedia” rivitalizza un modo di presentare la canzone pop che in Italia sembrava ormai affidato alla storia, mantenendo un'identità e una precisione che in un brano quale “Lo smeraldo sottozero” si presentano nel loro distillato più intenso, accudendo la fiamma di una vitalità infantile che dà forma a tutto il resto. Per riscoprire le tracce di una bellezza più profonda.

19/04/2024

Tracklist

  1. Il profeta
  2. La terra
  3. La notte
  4. L'alieno
  5. I buchi neri
  6. La prima volta
  7. L'abitudine
  8. La verità
  9. Lo smeraldo sottozero
  10. Il mare

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