L'isolamento forzato prodotto dalla pandemia nel 2020 è stato un momento cruciale per lo sviluppo artistico di Kelly Moran. Le sue prime opere l'hanno vista sperimentare un interessante commistione tra avantgarde, post-minimalismo e classica, avvalendosi delle possibilità offerte dal piano preparato di discendenza cageiana, approdando rapidamente alla prestigiosa Warp. In procinto di comporre il suo terzo lavoro discografico, complice il fermo obbligato e il contemporaneo prestito di un Disklavier da parte della Yamaha (pianoforte dotato di sensori di registrazione elettronica in grado di riprodurre automaticamente i brani), la musicista americana ha indirizzato la sua pratica sonora verso l'esplorazione di soluzioni differenti avvalendosi proprio di questo innovativo strumento.
Poter sovrapporre esecuzione in tempo reale e riproduzione in loop di melodie precedentemente registrate consente alla Moran di estendere il proprio campo espressivo slegandolo da fattori puramente fisici. Ciò che ne deriva è musica che travalica tecnicamente il fattore umano, ma contrariamente a quanto si potrebbe ipotizzare, il risultato di tale tecnica, seppure incentrata su esattezza e precisione, conduce a formulare traiettorie dal portato emozionale mai così marcato. È sufficiente ascoltare i rapidi e luminosi intrecci della breve "Butterfly Phase" per avere un'idea chiara della sostanza di questo nuovo corso - anticipato nell'approccio dalla pubblicazione dell'Ep "Vesela" - che esplora l'universo interiore attraverso un serrato dialogo uomo-macchina decisamente meno avant e più indirizzato al modern classical.
Che si tratti di flussi torrenziali ad alta densità di note ("Superhuman", "Dancer Polynomials"), incastri melodici esaltati da pause e accenti distribuiti ad arte ("Sadoalis (II)", "It's Okay To Disappear") il suono si mantiene sempre assonante, delicatamente sinuoso, rinunciando alla vorticosa spigolosità degli esordi. Meno intrigante rispetto alle trame sperimentali venate di elettronica dell'ottimo "Ultraviolet", il suono parzialmente normalizzato del pianismo aumentato alla base di questo nuovo album risulta comunque accattivante, oltre che impeccabile, nella sua elegante sintesi tecnico-emozionale al cui centro rimangono l'abilità esecutiva e un talento compositivo tutt'altro che comune.
07/09/2024