Libertines

All Quiet On The Eastern Esplanade

2024 (Universal / Emi)
indie-rock

How you finding merry old England? Potrebbe essere la domanda più rappresentativa della quarta fatica dei Libertines, divisa tra ciniche e velate invettive rivolte al sistema e un grande desiderio di evasione avvolto da arie nostalgiche. Prodotto da Dimitri Tikovoï (Placebo, Horrors, Black Honey) e registrato all’hotel/studio della band The Albion Rooms di Margate, “All Quiet On The Eastern Esplanade” vede il ritorno della premiata (e riconciliata) ditta Doherty-Barât a quasi dieci anni da “Anthems For Doomed Youth”, alle prese con il classico indie-rock a cui ci avevano abituati, costellato da qualche (ormai raro) sprazzo garage e ballate articolate di matrice chamber-pop.

Il sipario si alza sulla volontà di fuga in cerca di nuovi scenari sulle note della dinamica e catchy “Run Run Run”, furbo anthem in grado di fare presa efficacemente fin dal primo ascolto, spingendo su influenze power pop à-la Squeeze di “Cool For Cats”. Si continua con il mood estivo e i cori di “Mustangs”, che volge lo sguardo a “Loaded” dei Velvet Underground, per poi mutare i toni con “I Have A Friend”, i cui riff energici ruotano intorno al delicato tema del conflitto tra Russia e Ucraina.

It's hard to theorize when you are being brutalized
And the tears, like the bombs, they fall without warning
Follow the tracks in the mud down to where the sea is black with blood
And tears, like the bombs, they fall without warning

L’incedere grandioso e gli archi di “Merry Old England” incorniciano un altro argomento di attualità ovvero quello dell’immigrazione, esprimendo il desiderio di un mondo privo di muri e confini netti, e soprattutto senza quell’ostilità rivolta a chi viene da lontano in cerca di fortuna. La sottile e malinconica ballad sostenuta da chitarra acustica, piano e strumenti ad arco “Man With The Melody” è cantata a quattro voci dall’intero gruppo, mentre nella successiva e spensierata “Oh Shit” tornano le chitarrine (con una velata citazione ai Sex Pistols nel finale), i ritmi orecchiabili e i sing-along.
Segna un buon highlight a metà del percorso la decadente e scura ballata “Night Of The Hunter”, che trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Davis Grubb, e richiama a più riprese nelle melodie un passaggio de “Il lago dei cigni” di Tchaikovsky.

Love and hate
Tattooed on the knuckles 'round the handles of a blade
On the knuckles 'round the handles of a blade
A bloody blade

L’ultima parte dell’opera perde leggermente smalto rispetto alle premesse iniziali, mantenendo tuttavia un andamento nella media con i passi bluesy di rimando ai Doors di “Baron’s Claw”, nella quale spiccano una sezione di fiati e il piano, con il pop placido e politico di “Shiver”, le cui liriche trattano la morte della regina Elisabetta II, con le sferzate veloci di “Be Young” e con la conclusiva e beatlesiana “Songs They Never Play On The Radio”, versione riarrangiata di un vecchio brano di Pete Doherty, a cui sono stati integrati alcuni contributi testuali di Carl Barât.

Tutto fila incredibilmente liscio in “All Quiet On The Eastern Esplanade”: caratterizzato da un discreto equilibrio e da una ritrovata armonia generale, che hanno permesso ai Libertines di condividere totalmente ogni singolo passaggio nella creazione di tutte le tracce, è il primo lavoro a vedere accreditati in effettiva veste di songwriter anche il bassista John Hassall e il batterista Gary Powell. Tale cooperazione è stata la chiave per riuscire ad assemblare l’opera, ponendo ogni pezzo nella posizione corretta. Nessuna invenzione epocale, s’intende, ma solo uno scorcio prospettico dell’odierna merry old England, con i suoi pregi e difetti.

12/04/2024

Tracklist

  1. Run Run Run
  2. Mustangs
  3. I Have A Friend
  4. Merry Old England
  5. Man With The Melody
  6. Oh Shit
  7. Night Of The Hunter
  8. Baron’s Claw
  9. Shiver
  10. Be Young
  11. Songs They Never Play On The Radio








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