Il secondo disco della band di Soph Nathan si apre con una delicata immagine di conforto. E proprio vicinanza, calore, amicizia sono i temi principali delle nuove canzoni della musicista inglese, che non pubblicava nuova musica con la batterista Lauren Wilson e il bassista Joshua Tyler da ben sei anni. Nonostante il lungo lasso di tempo e le varie esperienze musicali esterne alla band (Nathan è la chitarrista delle Big Moon), l’affiatamento del terzetto è più evidente che mai. L’energia viscerale che caratterizzava “Stranger Today” è infatti rimasta intatta, ma il sound è maggiormente rifinito nei piccoli dettagli rispetto al debutto, anche grazie alla collaborazione in sede di produzione del leggendario John Parish e di Fern Ford (altra musicista delle Big Moon).
A sfruttare maggiormente le sonorità avvolgenti e meno spigolose di “The Good Kind” sono infatti i pezzi meno irruenti, come la title track, delicata ballata indie-pop aggraziata da una sezione d’archi, “Unlike Anything”, con il suo lento groove alla Warpaint, o “I Don’t Mind”, in cui Soph riflette sul proprio legame con il background migratorio della sua famiglia. In relazione con una più giovane versione di sé è invece l’inno queer “Relief”: con dolcezza Nathan dialoga non solo con il suo passato, ma con tutte le persone che vedono la propria sessualità schiacciata, limitata o nascosta da una ancora oggi diffusa “eterosessualità obbligatoria” e da pratiche eteronormative. Una canzone che è, nuovamente, un abbraccio di conforto, uno squarcio in una percepita solitudine, e soprattutto uno slancio vitale pieno di speranza.
I hope you see, that you can be
The best version of any family
You’re not on your own I’m right here, believe me
Whatever you want you deserve it completely
08/11/2024