Dente - Santa tenerezza

2025 (INRI/ADA Music)
songwriter, indie-pop

C'è una nuvola con braccia e gambe sulla copertina del nuovo album di Dente. Una figura sospesa tra leggerezza e straniamento, proprio come la musica del cantautore fidentino che, pur restando fedele al suo stile inconfondibile, qui si apre a nuove atmosfere. Senza rinunciare alla consueta malinconia, si respira un'aria diversa: più ricca, più piena. È un disco che fiorisce di strumentazioni, che si apre al mondo con archi sontuosi e sinfonici fin dall'ariosa "Senza di me" e con fiati pop anni 80 che colorano brani come "Favola".

I testi, come spesso accade nel suo repertorio, si muovono in controtendenza rispetto alle melodie, che restano leggere e vivaci. Parlano di perdita, assenza, abbandono, ma Dente attraversa questo paesaggio emotivo ricco di chiaroscuri con grazia, con quella "santa tenerezza" che riesce ad addolcire anche le ombre più minacciose. Ansiolitici che aiutano a srotolare una vita che non si srotola non bastano a intorbidire il tono giocoso del brano in "Benzodiazepine". Al contrario, in "Lungomare", nemmeno una dichiarazione d'amore limpida e assoluta riesce a dissolvere del tutto la malinconia di fondo. "L'amore è indivisibile, non è invisibile" - canta Dente, firmando un altro dei tanti versi che restano impressi e che punteggiano l'album come piccole epifanie.
Non è raro, tra le pieghe del disco, cogliere echi del Battisti più sperimentale ("M'annegasti", "Non ci pensiamo più"), quello di "Anima Latina" e "Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera": rimandi stilistici che suonano come un omaggio discreto ma affettuoso a una delle influenze più profonde di Dente, mai davvero nascosta.

In questo album nato di getto - come lo stesso Dente ha raccontato, frutto di un impulso creativo irresistibile - e che si ascolta tutto d'un fiato, non c'è spazio per riempitivi. Ogni brano ha una sua necessità, una sua voce. Anche le ballate più raccolte, come "Corso Buenos Aires" e "Hey", brillano per delicatezza e ispirazione. E accanto a queste si fanno largo pezzi più intensi e struggenti, come "Andiamo via", che confermano una scrittura in stato di grazia.
Nel finale c'è spazio anche per il contributo di Emma Nolde in "La città ci manda a letto", una ballata per cuori insonni che si apre con discrezione e si dilata lentamente tra le voci che si intrecciano e una musica che, più che accompagnare al sonno, sembra invitare a restare svegli, sospesi come la nuvola tenera e stralunata che campeggia in copertina.

16/04/2025

Tracklist

  1. Senza di me
  2. Favola
  3. Corso Buenos Aires
  4. M'annegasti
  5. Hey
  6. Non ci pensiamo più
  7. Andiamo via
  8. Benzodiazepine
  9. Lungomare
  10. La città ci manda a letto




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