Il ritorno in gran stile dell'ex Go-Betweens, con l'album "The Evangelist" del 2008, aveva riacceso le speranze dei fan del musicista australiano, sicuri che anche per Robert Forster fosse giunto il momento del riscatto e di un più ampio e meritato consenso.
Che dietro il miglior album da solista del musicista (almeno fino a quel momento) riecheggiasse anche il dolore per le perdita del compagno di squadra Grant McLennan, è stato per alcuni palese, al punto che, prive di un sostegno emotivo di egual rilievo, le successive prove discografiche hanno eroso lentamente l'interesse di pubblico e critica per il musicista.
A ripristinare le attenzioni su Forster è stato ancora una volta un evento doloroso, la tenue fiammella che ha animato l'album più austero e introspettivo dell'autore, "The Candle And The Flame", è stata quella della speranza e della preghiera per la moglie Karin Bäumler, costretta a lottare contro un cancro alle ovaie.
Il nuovo disco "Strawberries" è un progetto decisamente più ricco, complesso, variegato e diretto, uno slancio creativo inatteso che nasce da premesse ben diverse, se non proprio in antitesi con il precedente album.
Robert Forster riparte dai primi amori giovanili, riscoprendo i Lovin' Spoonful fino a citare la loro "Daydream" nella title track del nuovo album, e allarga ulteriormente gli orizzonti ma anche la sceneggiatura strumentale, con alcune incursioni nello spirito free form e dissonante della musica jazz.
In quest'ottica più esplorativa, l'abilità dell'artista di far dialogare toni pungenti con un delicato senso di fiducia, genera interessanti deviazioni sul tema, conciliando le grazie del folk con un tocco vaudeville e jazzy che mette in fila Kinks, Vic Godard e Fall nella splendida e già citata title track, cantata a due voci con la moglie Karin.
Affare più complesso e audace quello di "Diamonds", un brano che cala il sipario sull'album partendo da un apparentemente innocuo canovaccio folk-blues anni 70, per poi esibire spigolature rock noise atonali e un flusso slowcore che alterna grazia e rabbia con egual intensità, fino a lasciare agli strumenti, in piena euforia free, il ruolo di voce e contro voce, di un brano tanto atipico quanto brillante.
Le novità incluse in "Strawberries" non finiscono qui, gli otto minuti di "Breakfast On The Train" scorrono su accordi degni del miglior Bob Dylan, tra aperture armoniche di rara grazia che il suono di un organo rendono appena più nobili, mentre Forster racconta di una rimpatriata tra amici, sputando un "fuck" che sprizza sesso più di un racconto di Bukowski. La rinnovata verve dell'autore è ad onor del vero subito percepibile già dalle prime note di "Tell It Back To Me", un vibrante folk-rock che risveglia gli ardori dei Go-Betweens e regala rinfrescanti accordi di armonica, ravvivando lo spirito più rock'n'roll dell'artista, egualmente protagonista dell'energica e spigliata "Good To Cry", un brano dove le lacrime restano relegate solo al titolo.
La scelta di registrare "Strawberries" in Svezia ha influito senz'altro sulla resa finale di un disco che, oltre ad essere il più affabile e leggiadro del musicista, è anche il più maturo dal punto di vista delle composizioni. Anche il giocoso rock-pop di "All Of The Time" affonda e colpisce grazie a un tocco glam stile primi Roxy Music, ed è singolare che il brano dalle premesse più futili e spensierate, "Such A Shame", sia una delle pagine musicalmente più rifinite e complesse del disco, tra un crescendo che parte da una struttura pianistica alla Lou Reed/Nick Cave, per poi esplodere in un ricco ed elegante pop-soul dalla notevole caratura strumentale e dai preziosi richiami agli anni 70 (assolo chitarristico incluso).
E c'è perfino spazio e tempo per una gemma di indiscutibile pregio. "Foolish I Know" è una delle più belle composizioni di sempre di Robert Forster, un elegante e malinconico folk-jazz, dove una chitarra acustica ed un sax fanno da sottofondo al dilemma di un giovane gay in preda ad un innamoramento impossibile per un uomo etero.
Con "Strawberries" Robert Forster festeggia i suoi 68 anni con un coraggio e un ardore inatteso, una prova di maturità che non solo brilla per originalità e spessore ma risulta anche avvincente, senza alcun dubbio questo è il miglior album solista dell'ex Go-Betweens ma anche uno dei dischi migliori dell'anno in corso.
23/05/2025