La musica nuda e quasi istintiva di Owen Williams rappresenta un toccasana per chi è costretto a farsi strada tra le numerose pose che a volte rappresentano una vera e propria palla al piede per tanti giovani band. Aderire ai canoni estetici di un certo periodo, sfoderare un feticcio per un particolare strumento o per un certo accordo astruso, dover per forza nascondere le proprie emozioni ed esperienze dietro a metafore fumose.
Invece le canzoni dei Tubs, così come la band sul palco, si presentano come se si fosse alla festa di laurea degli amici al pub locale. Gli accordi sono sempre quelli, a volte per tutta la canzone, ma è appunto nei brani più semplici che emergono le qualità di scrittura di Williams ("The Thing Is", oppure "I Don't Know How It Works" nell'album precedente).
Nonostante la ricetta della band, così come il pattern tipico dei brani, che oscillano tra ruvidezza e rotondità melodica, non siano cambiati e probabilmente mai cambieranno, "Cotton Crown" ha un sound meno rudimentale. La dimostrazione più forte si ha forse in "Narcissist", la più jangle del disco e la più impegnativa dal punto di vista del tema trattato (la morte suicida della madre di Williams, la cantante folk Charlotte Greig, rappresentata in copertina).
Ma come sempre della musica dei Tubs vanno apprezzati il piacere fisico e la natura esplosiva delle loro melodie ("Embarrassing", "Freak Mode", "Illusion"), che li incoronano veri eredi, nonostante qualche differenza di stile, di band come Teenage Fanclub. Quindi non resta che brindare a cento di altri dischi come questo.
06/04/2025