Rodriguez

Rodriguez - Il cantautore fantasma

Uno dei nomi più importanti del cantautorato dei Duemila ha il passo incerto e il volto scavato dalle rughe di un settantenne di Detroit, che ancora oggi conduce una vita da eremita nei sobborghi della città emblema delle crisi economiche e sociali di ogni tempo. La sua è una storia "evangelica": prima rinnegato, poi dato per morto, poi resuscitato, infine assurto a gloria eterna in un accumularsi inarrestabile di popolarità. E così la preoccupazione più grande di Jesus Sixto Rodriguez è che rimanga la musica a parlare per lui...

di Lorenzo Righetto

È una storia forse impossibile, oggi; come nota a lato, si potrebbe raccontarla a tutti gli avversatori dell’informe mostro cornuto de “l’Internet”. Raccontare di come, quando il mondo non era che un grande arcipelago in cui era facile nascondere le notizie, ma anche inventarle, qualcuno potesse essere una leggenda suicida in un posto, e un manovale con problemi alla vista in un altro.
Jesus “Sixto” Rodriguez è un fantasma nella Detroit cadente e depressa, allora come oggi, quasi fosse stata creata a quello scopo, nato da una famiglia immigrata e operaia durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua carriera comincia tra i bar più fumosi e derelitti e chiassosi della città: la sua musica è solo un remoto sottofondo tra il rumore del dopolavoro e dei bicchieri. Ma si alza abbastanza forte da convincere la Sussex Records, neonata e rampante etichetta locale, a fargli registrare Cold Fact, la prima collezione delle canzoni raccattate in quegli anni per le strade di Detroit (1970).

The mayor hides the crime rate
council woman hesitates
Public gets irate but forget the vote date
Weatherman complaining, predicted sun, it's raining
Everyone's protesting, boyfriend keeps suggesting
you're not like all of the rest.

Garbage ain't collected, women ain't protected
Politicians using people, they've been abusing
The mafia's getting bigger, like pollution in the river
And you tell me that this is where it's at.

Woke up this moming with an ache in my head
Splashed on my clothes as I spilled out of bed
Opened the window to listen to the news
But all I heard was the Establishment's Blues.

Gun sales are soaring, housewives find life boring
Divorce the only answer smoking causes cancer
This system's gonna fall soon, to an angry young tune
And that's a concrete cold fact.

The pope digs population, freedom from taxation
Teeny Bops are uptight, drinking at a stoplight
Miniskirt is flirting I can't stop so I'm hurting
Spinster sells her hopeless chest.

Adultery plays the kitchen, bigot cops non-fiction
The little man gets shafted, sons and monies drafted
Living by a time piece, new war in the far east.
Can you pass the Rorschach test?

It's a hassle is an educated guess.
Well, frankly I couldn't care less.
“The Establishment Blues”

La voce della coscienza ha un timbro affilato ma suadente, e si accompagna a uno stoppato istintivo, il crocchiare svogliato degli ingranaggi di Detroit. Cold Fact è uno di quei rarissimi album che non puoi ascoltare con indifferenza – se ci provi, ti prende per il colletto. Inizia con “Sugar Man”, un inno liberatorio e disturbante dedicato al proprio spacciatore, unico dispensatore di speranza, portato nell’aria dal magico rotolìo di un indimenticabile pattern acustico, spezzato da sinistre dissonanze, un’iniziazione al mondo degli spiriti evocato dai sogni dello zucchero.
Sono anche gli arrangiamenti di Dennis Coffey e Mike Theodore, tra i deus ex machina della Motown, a dare il giusto risalto ai brani del disco, tenendo il passo scherzoso di “I Wonder” con basso e organetto (“I wonder/how many times you’ve had sex/I wonder/Do you know who’ll be next”), riuscendo a impreziosire senza togliere e anzi acuendo il groove del disco con fiati e archi (“Crucify Your Mind”), o irrobustendo il suono in un blues-rock che non sente oggi neanche un grammo del peso del tempo (“Only Good For Conversation”).

rodriguez_realityMa lo strumento più impressionante di Cold Fact è la voce di Rodriguez, prorompente, animata da una naturale, vibrante esalazione, l’espressione vitale e sensuale di un’anima irrequieta. Un Johnny Cash intabarrato nel gelido Nord, un Bob Dylan senza nome d’arte, un Jim Sullivan senza UFO. “Thank you for your time, and you can thank me for mine, and after that’s said, forget it”: così si chiude un disco pieno della gioia di liberare la propria rabbia e farne qualcosa di bello e commovente, nella convinzione rara di stare lottando per cause giuste.

Going down a dirty inner city side road
I plotted
Madness passed me by, she smiled hi
I nodded
Looked up as the sky began to cry
She shot it.

“Inner City Blues”

È forse complicato, oggi, capire perché Cold Fact fu un flop clamoroso: chi parla del comportamento schivo e controverso di Rodriguez sul palco (a quanto pare, gli piaceva suonare con le spalle al pubblico; soprattutto nelle esibizioni promozionali); chi pensa che un nome d’arte anglofono gli avrebbe giovato.
Piuttosto che andare in tour e farsi conoscere, Rodriguez scrive il suo secondo disco, Coming From Reality, che registrerà insieme a Steve Rowland, che poi lavorerà anche con Cure e Jerry Lee Lewis. Certo un disco senza la spinta vitale, il bisogno di raschiare via depositi di un’esistenza, che aveva Cold Fact. C’è molta calligrafia: serenate orchestrali come “I Think Of You”, appesantita vieppiù dal manieristico assolo di acustica; le invettive si fanno tiepidi slogan funzionali (“Well just climb up on my music/And my songs will set you free/Well just climb up on my music/And from there jump off with me”). E guidati da una sensibilità un po’ grezza sembrano anche le progressioni d’archi di “Cause” e “Sandrevan Lullaby-Lifestyles”, come in un remake Hollywood-iano di “Five Leaves Left”. In altri casi, è proprio la scrittura di Rodriguez a risultare insipida (“Halfway Up The Stairs”), tanto da far sembrare Coming From Reality, in alcuni frangenti, più vicino al pop cantautorale più mellifluo degli anni 70.
Dove si riconosce il Rodriguez di Cold Fact è nella struggente, confessionale “It Started Out So Nice” e nelle tre tracce bonus, registrate più tardi, con più grazia, con Coffey e Theodore.

Come segnato da un destino inesorabile, anche questo secondo disco non vende; la Sussex dà il benservito a Rodriguez, dopo soli due anni dall’inizio della sua carriera di musicista. Per venticinque anni il cantautore americano sarà un semplice cittadino di Detroit, novemilacentoventicinque giorni di duro lavoro, nei quali troverà il tempo per correre da sindaco e laurearsi in filosofia.
C’è in realtà un breve ritorno di fiamma, quando qualche copia di Cold Fact si fa strada nelle radio australiane, e presto il prezzo del disco nei negozi arriva a 300 dollari a copia. L’album viene ristampato, e presto Rodriguez viene rintracciato per un tour australiano che lo farà suonare, a Sidney, davanti a 15000 persone.

Ma la storia più incredibile si sta intanto svolgendo in Sudafrica, dove un altro fantasma di Sixto Rodriguez accompagna con la sua voce le marce di protesta contro l’apartheid. Ogni parola di Cold Fact risuona contro l’establishment costituito, quello che proibisce la TV, che arriva a graffiare con un punteruolo tutte le copie del disco in modo che “Sugar Man”, plateale inno alla droga, non sia leggibile. Rodriguez è l’ispiratore di qualsiasi band contro il sistema e contro l’apartheid che si formi in quegli anni; la sua musica diventa popolare anche e soprattutto grazie al passaparola tra le reclute forzate dell’esercito dei bianchi.
Allo stesso tempo, la sua leggenda si ingigantisce a tal punto che i giornali titolano che si sia ucciso sul palco, con una pistola e dandosi fuoco. A sua insaputa, insomma – e mentre Clarence Avant, “impresario” della Sussex e amministratore della Motown, si intasca silenziosamente le royaltiesCold Fact diventa disco di platino in Sudafrica. Il disco viene ristampato su Cd nel ’91, provocando una seconda ondata generazionale di seguaci. Tra questi vi è un gruppetto che, nel 1998, inizia a investigare sulle circostanze della sua morte, per scoprire, senza troppi sforzi, che Rodriguez era vivo e vegeto, nella sua casa decrepita di Detroit.

La storia, raccontata nel documentario “Searching For Sugar Man” (Oscar nel 2013), si conclude con un trionfale tour sudafricano, con diverse date in palazzetti e teatri. È impressionante la misura e la delicatezza con cui si muove Rodriguez su quei palchi, come se suonasse da sempre davanti a migliaia di persone, con quella forza di spirito che un po’ s’incrina quando conclude, a Città del Capo, salutando la folla: “Thanks for keeping me alive”. I guadagni da questa nuova attività di musicista sono esorbitanti (si parla, per l’ultimo tour in Sudafrica, di 700000 dollari), ma Rodriguez può essere trovato ancora nella sua stamberga di Detroit, senza TV, senza riscaldamento: tutti i soldi sono andati alle figlie e agli amici di una vita.

Ci vorranno dieci anni, vari tour in Sudafrica e qualche data in Europa per provocare i primi vagiti di riconoscimento nel suo paese d’origine. La Light In The Attic ristampa, nel 2008, Cold Fact e poi anche Coming From Reality. Ma sarà proprio “Searching For Sugar Man” a far esplodere il caso: Rolling Stone riporta che, in un solo anno (dal 2012 al 2013), Rodriguez passa da concerti in venue da 200 persone ad auditorium da 18000 persone completamente esaurite. Quest’anno sarà al Coachella, a Glastonbury e al Primavera. Questa volta c’è da essere sicuri che concluderà come su Cold Fact: “Thank you for your time and you can thank me for mine”.

Rodriguez

Discografia

Cold Fact (Sussex, 1970)
Coming From Reality(Sussex, 1971)

Pietra miliare
Consigliato da OR

Streaming

I Wonder
(live session, da "Cold Fact", 2010)
Inner City Blues
(live session, da "Cold Fact", 2009)
Sugar Man
(live session, da "Cold Fact", 2009)

 

 

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