Stefano Cavanna

Il suono del dolore. Trent'anni di funeral doom

Autore: Stefano Cavanna
Titolo: Il suono del dolore. Trent'anni di funeral doom
Editore: Tsunami
Pagine: 330
Prezzo: 24,00 euro

 

libroilsuonodeldolore700x1006Lento, asfissiante, lancinante nel suo ribadire, fino allo sfinimento, che la morte è la vera essenza della vita (ma sarà vero?), il funeral doom è uno dei generi più estremi dell'universo metal e, come tale, uno dei meno conosciuti dall'appassionato medio di musica rock, che già per costituzione tende a masticare poco le sonorità "metalliche", figurarsi quelle più oltranziste e meno inclini al compromesso. Poco male, comunque: nel caso in cui in giro ci fossero curiosi, questo libro potrebbe fare al caso loro, oltre a essere ovviamente più che consigliato a quanti già sono stati infettati dal virus e non possono fare a meno di guardare al mondo come a una desolata landa in bianco e nero.

Questo libro, dunque. Lo ha scritto il genovese Stefano Cavanna, che della materia è un vero esperto, come dimostrano queste trecentotrenta pagine dedicate ai primi trent'anni del "suono del dolore". Partendo da una breve ma efficace retrospettiva sulle prime avvisaglie del genere (da ricercare tra i solchi di Winter, Cathedral, Disembowelment, Paramaecium, Unholy, giusto per fare qualche nome) e passando attraverso l'analisi della band che più di altre ne ha circoscritto i confini (i finlandesi Thergothon, autori nel 1991 del demo "Fhtagn-nagh Yog-Sothoth" e, tre anni dopo, di quello che da più parti viene considerato come il primo vero album del funeral doom, e cioè "Stream From The Heavens"), Cavanna ci guida, con intatta passione e fiera dedizione alla causa, alla scoperta di band più o meno fondamentali, disseminate lungo tutti i cinque continenti, a dimostrazione del fatto che il "suono del dolore" si è, durante gli anni, diffuso in lungo e in largo, complice, probabilmente, lo spirito sempre più nichilistico dei nostri tempi.

C'è spazio, ovviamente, anche per la scena italiana, a cominciare dai leggendari Ras Algethi (autori, nel 1995, dell’album di culto "Oneiricon - The White Hypnotic"), cui, pagina dopo pagina, si uniscono Void of Silence (che Gavanna considera come "la migliore band partorita dal nostro Paese tra quelle definibili estreme"), Towards Atlantis Lights, The Undergrave Experience, Arcana Coelestia, Consummatum Est, Fuoco Fatuo, Y'ha-Nthlei, Malasangre, Rostau e altre band che scelsero di sacrificare la propria vita sull'altare del "funeral doom", "la deriva del metal probabilmente meno accattivante e più sottovalutata".