Pier Bucci

Familia

2005 (Crosstown Rebel)
minimal house

E' necessario individuare una dicotomia: Cile, Berlino da un lato una civiltà millenaria, un continente immenso, una cultura sconfinata ma lontana e decentrata, dall'altro una città che è ormai la capitale della musica da club mondiale, fulcro e faro di una scena che ha dato a numerosi artisti la possibilità di avere un luogo dove dare libero sfogo alla propria creatività. In queste differenze, in queste distanze, si riesce a inquadrare quell'ondata cilena che vede in Ricardo Villalobos, Senor Coconut, Luciano e, appunto, Pier Bucci i propri capostipiti e che ha trovato a Berlino un terreno fertile dove mettere radici.

Pier Bucci non è un nome nuovo ma viene da una lunga gavetta che lo ha visto esplodere definitivamente solo con il progetto Lucien-e-Luciano (su Peacefrog) dopo svariate produzioni sotto diversi pseudonimi. Ora è al primo impegno con un album completo: una conferma o una smentita sulla classe già sentita su vinile? Vedremo.

Lo stile di Bucci è maturo, personale e fonde in sé una serie di influenze chiaramente rintracciabili fra le tracce di questo "Familia": dalla scuola minimale di Plastikman fino a sonorità mutuate da Chicago e Detroit, passando per l'ambient e un uso sapiente di sonorità vintage e una onnipresente influenza dei quattro robot di Dusseldorf.

Brani come "Tita" ci catapultano in ambientazioni che fondono una musica misurata e geometrica con suoni naturali e punte di sintetizzatore, che disegnano escursioni in un clima più rilassato e disteso, dilatano il tempo e il suono rendendo il suo ritmo minimo e ripetitivo quasi infinito.
"Towes", "Siberian" e "Pipostrack", invece, portano a restare sospesi fra i suoni tipici di Detroit e Chicago e una composizione personale, moderna e sognante, che lascia molto spazio alle sensazioni senza appesantire minimamente il suono, ma rendendolo gioioso e godibile.

"The R-8 Moog", poi, è un fin troppo chiaro tributo al padre di tutti i sintetizzatori, a quel suono che resta inconfondibile e che Bucci filtra attraverso il suo stile per fonderlo con parti vocali femminili che vanno a creare un amalgama di minimalismi e incursioni ambientali. L'esito è spettacolare per delicatezza e qualità.
Ma è nei quattro brani centrali che lo stile di Bucci raggiunge il suo apice: dal minimalismo ritmico e vocale infarcito di sintetizzatori rapaci di "L Nuit" agli esperimenti di chiara matrice techno espressi in "Hay Consuelo" e "Jess". Un percorso che culmina in "Cosmic", dove Bucci si prende una licenza e piazza un brano con la giusta pesantezza, sempre misurata ma incisiva, in cui velocità, sintetizzatori in delirio, vocalità sudamericane e una sezione ritmica ammaliante fanno da padroni incontrastati.

Avevamo iniziato con il chiederci se questo disco è una conferma o una smentita, terminiamo col dire che Bucci ci ha regalato una conferma fatta di dieci, stupendi brani.

Tracklist

  1. Tita
  2. Towers
  3. The R-8 Mooger
  4. L'Nuit
  5. Jesss
  6. Hay Consuelo
  7. Cosmix
  8. Siberian
  9. Pipostrack
  10. Hydra

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