The Early November

Gli Early November sono un quintetto americano di recente formazione con alle spalle solo un lp, "Room's Too Cold" del 2003, e un ep, "For All of This" del 2002, nei quali presentano una prevedibile miscela di pop, punk ed emo. Questo "Acoustic Ep", che in realtà circola in rete ormai da due anni, si limita semplicemente a rivisitare alcuni pezzi del repertorio (quasi tutti tratti dall'ep precedente, che è richiamato anche dalla copertina di quest'ultimo) in chiave acustica.

In verità, c'è ben poco da descrivere. La prima canzone, "Ever So Sweet", è il pezzo da novanta della band. Trattasi di una semplice melodia armoniosa da Dawson's Creek, strutturata e cantata in modo accorato e imbevuta di tormento adolescenziale, la voce tra falsetto (Chris Martin) e grida (Will Sheff), colonna sonora di amori struggenti. Merita comunque di essere promossa, perché orecchiabile, ben calibrata e sincera.

Purtroppo, quel che segue (e parliamo praticamente di tutto il disco) è solamente un ammasso informe. La struttura spoglia e praticamente senza arrangiamento (giusto un filo di percussioni in qualche traccia) non aiuta affatto, anzi rende palese che le canzoni consistono soltanto in qualche linea melodica abbozzata, senza profondità alcuna, senza inizio e senza fine. "I Want to Hear You Sad" è minuzia di pura inutilità; "All We Ever Needed" cerca quel pizzico di stucchevolezza amorosa per raggiungere la determinata fetta di pubblico prefissata; "Sunday Drive" parte tenera e dimessa prima di sfociare in un crescendo emoz…zzzzzz… ionale e disper…uaaaaah…to.

Forse l'unico brano che prova a cercare di ripetere l'exploit del primo è "Make It Happen", limitandosi, però, a suonare sin troppo come ci si aspetta, tanto da risultare falso, di gomma e lasciare solamente cumuli di freddezza e noia. Prima di archiviare la pratica, non si può far altro che esplicitare l'unica conclusione possibile: per la band di Enders (l'autore di brani) di strada da fare ce n'è ancora tanta, forse troppa.