Morose

People Have Ceased To Ask Me About You

2005 (Suiteside)
avant-folk

Se la vostra ragazza vi ha lasciato, aspettate che la gente smetta di chiedervi di lei prima di addentrarvi nell'oscurità fascinosa di questo nuovo lavoro della band ligure.
Scarnificatevi, così come il suono (questo suono…) ha deciso di fare, rasentando la disperazione, cullandovi al limite del suo mistero, abbagliando i vostri occhi con luccichii indecifrabili, nuances inquietanti e inquiete.

Una poesia dada di Hans Arp; pioggerellina pianistica; spazzolare disincantato: "Ich Bin Der Grosse Derdiedas" stancamente dirada un groviglio di emozioni superflue, lasciando trapelare la vertigine dell'assenza. Impalpabile dormiveglia. Come quando, appisolati in un angolino, la vita scorre dentro un letto di rumori.
Insondabile appartenersi in proiezione ("Words Are Playthings"). Ascoltate il vociare libero dei bambini. Le parole nascondono-conservano il tempo che sfiorisce, e la voglia di trattenersi nei ricordi assume toni morbosi e sinistri, ipnotici come le percussioni che in "Some Squeaking Bones" danzano in girotondo con chitarra e glockenspiel.
In fondo, cosa siamo, mentre cerchiamo di ritrovarci nella solitudine che non abbiamo scelto, se non ponti sospesi nel vuoto? (la dolcezza pericolante e "bretone" di "Un Plaisir Funeste").
L'attesa che tutto ristabilisca un senso si tinge di chiaroscuri. Il minimalismo della nostalgia, con quel respiro claustrofobico che assume connotati "mitteleuropei" in "Cascando", attraversata da lame ruvide di violoncello. E' tutto uno stupito, muto auto-contemplarsi.
La musica dei Morose descrive un mondo in cui è possibile fissare le rovine con sguardo finalmente rassegnato perché, in fondo, pacificato. Eppure, nell'anima si insinuano attimi di insperati echi salvifici ("Francoise & Christophe", dal respiro Tiersen-iano).
Attimi che ristabiliscono un confronto con l'altra faccia del dolore. Nel cadere senza fine, la forza di non abbandonarsi mai completamente al destino ("Imaginary Walk In Grozny").
Prima del dormiveglia fiabesco di "Lonesome" (in cui tutto discende nel definitivo abbraccio del ricordo), la babele sonico-linguistica di "Mourning Song", nel suo torbido e visionario percorso, ci consegna la nuda disperazione di un mondo in cui la comunicazione è solo un accumulo indistinto di malintesi.

Tracklist

  1. Ich bin der grosse derdiedas
  2. Words Are Playthings
  3. Some Squeaking Bones
  4. Francoise & Cristophe
  5. Un plaisir funeste
  6. Cascando
  7. Imaginary Walk In Grozny
  8. Mourning Song
  9. Lonesome

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