Jordan Fields

2084

2006 (Rice + Smooth)
house

Jordan Fields non è uno dei nomi più importanti nel grande mondo del clubbing o perlomeno non è fra i produttori più acclamati e celebrati;certo però è uno fra quelli che ha più storia nelle produzioni e nella sua vicenda personale: nato a Chicago si inserisce subito nella scena della break-dance e del djing durante i gloriosi (per la città sul lago in particolare) 80s per poi affermarsi come produttore con il primo Ep "The Thrillseekers" dando il via a una carriera che sebbene non lo abbia portato a toccare le vette del successo personale ci ha conscegnato uno stile personalissimo e molto attento al groove.

In questo "2084", prima uscita a distanza di quattro anni dal suo ultimo lavoro, Jordan Fields raccoglie tutta la sua esperienza e ci consegna una piccola gemma house. Uno stile avvolgente quello di Fields, che mira a coinvolgere il dancefloor nella sinuosità del ritmo funk e delle influenze della Chicago dei primordi, strizzando però l'occhio a soluzioni più moderne e fresche che danno nuova linfa a un filone che dai più è considerato ormai scomparso.

Dalla prima "Orangina On The Rocks", in cui influenze Detroit, sonorità lounge e appeal funk danno vita a un brano frizzante in cui inserti di tromba in perfetto stile jazz e breaks eleganti disegnano un groove dirompente, già si capisce che sarà un disco capace di colpire dritto al cuore dei nostalgici del suono house che fu. Ma Jordan Fields, con "Keep On Movin" e "The Chase", sa regalarci anche brani più dancefloor oriented in cui una solida base chicago-house si mescola con synth a metà fra gli anni '80 più pop e i giorni nostri più minimali; sonorità che denotano un influenza di certo French Touch e un tocco di vocoder a deliziare anche i palati più esigenti. Con "Passion, Love, Desire", "Get Buzy On The 1" e "Nu York Afterdark" invece ci catapultiamo in tre brani decisamente più deep in cui bassi e synth creano atmosfere a metà fra il lounge e il dancefloor in un tripudio di piano e sonorità vintage che danno quel tocco di classe che è marchio di fabbrica di tutto il lavoro di Fields.

Ma il produttore americano vuole farci divertire anche nel preserata e a questo scopo ci avvolge in produzioni di spessore che rivisitano in parte i lavori di noti artisti della scena jazz. "Bluechip Lounge Mix" (rivisitazione di un brano di Chick Corea) riprende la stesura originale per adattarla a un clima moderno e infarcito di bassi profondi: una ritmo a metà fra electro e funk che dà mordente deciso al brano di Corea. Ottimo anche il lavoro sul brano che conclude il disco, dal titolo "Convoy" che riprende un lavoro di Miles Davis in chiave downtempo con ottimi spunti personali. Il resto ("A Rainbow Dub", "Heaven", "Nu Copa Dub" e "Why Must I Ask You Why") sono brani che si fanno notare più per la perizia compositiva e le collaborazioni interessanti ("Why Must I Ask You Why" vede la partecipazione di Colette) che per la bellezza in sè... Lounge molto bella, sì, ma che difficilmente lascia il segno.

Questo "2084" è un disco interessante che riesce nel difficile compito di rinverdire i fasti della house più storica senza farla apparire così datata; ci riesce parzialmente però, perdendosi in alcuni brani-riempitivo che fanno decisamente scendere la qualità media del prodotto.

Tracklist

  1. Orangina On The Rocks
  2. Keep On Dancin
  3. Bluechip Lounge Mix
  4. A Rainbow Dub (feat. Mea)
  5. Heaven (feat. R-Diva)
  6. Nu Copa Dub (feat. Alexander & Annah)
  7. Why Must I Ask You Why (feat. Colette)
  8. The Chase
  9. Passion, Love, Desire (feat. Ausra)
  10. Get Buzy On The 1
  11. Nu York Afterdark
  12. Decoy

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