I pomeriggi similabissali sono, molto probabilmente, quelli
in cui Angelica ha dovuto combattere a lungo con la sua anima, nel tentativo di
portare a galla le piccole perle contenute in questo sua opera prima. Un disco
sofferto, sospeso in una terra di mezzo tra nostalgia e speranza, con l’occhio
sempre vigile sulla vita che ci scorre accanto. Un mondo privato, intimo, che
sceglie di darsi, di rivelarsi per visioni successive, disposte come su di un
pentagramma di sfumature mutevoli, evanescenti, disperate.
Un
cantautorato che gioca con l’inquietudine, cammina lungo l’abisso. E le parole…
Le parole sono lame sottili che tagliano la musica in due, con un gioco di
rifrazioni infinite ("Allumettes"). Sono fatte di certezze (poche) e di
ossessioni (fin troppe…), anche se il tessuto è qualche volta riconoscibilissimo
nel suo incedere rockeggiante e tutto sommato poco incisivo, come nel caso di
"Alien Taxi". Ma è di certo un momento che non riesce a rompere l’incanto, anche
se ha poco da spartire con l’atmosfera generale (come, d’altra parte, quei
profumi tropicali di "Ai Docks").
Se i paesaggi illimitati di "Par
Avion", disegnati da una voce che ben conosce il lato dolce eppure terribile
della femminilità, ce ne avevano dato ulteriore conferma, i brividi di "Init"
finiscono per rappresentare vere e proprie incisioni di bisturi sul cuore. Così,
dal canto loro, gli scenari elettroacustici di "E’ Tempo" annunciano una catarsi
irrealizzabile, nel cuore e nell’anima. E, allora, tanto vale dividersi tra Lisa Germano e Cat Power per un po’ di sana malinconia
("A.M."), perché alla fine, implacabile, arriva sempre il tempo per l’elegia,
per quel modo straziante e sincero di mettersi a nudo, senza pudore ("Poco
Importante").
Angelica conosce bene l’arte dell’evocazione. E tale è, in
fondo, la sua musica. Evocazione. Di cose, ricordi, attimi sbiaditi, futuri
possibili, passati inceneriti. E tutto sospeso, tra cielo e terra, come in un
perenne dormiveglia. Ecco perché, allora, anche apparenti filastrocche come
quella di "Penny Arcades" hanno tutta l’aria di essere, per l’appunto,
angeliche. Manca solo il passo decisivo, ma si è sulla strada maestra. Poi,
quando parte la ninnananna di "Guarda; Impara, Ricorda", riusciamo a capire come
sia possibile distendere la mente dentro un labirinto fatto di sogni. E’ questa,
in fondo, l’arte dei suoni che affrescano il soffitto di un corpo, tradendone la
natura dis-umana e avviando discorsi sul come e il perché. Anche i più banali.
Per il resto, a voler essere più chiari, "Pomeriggi Similabissali" è un
disco che vuole dirci qualcosa di importante; vuole consegnarci qualche segreto
o, comunque, qualche pezzetto di vita vissuta. E davvero non riuscirei a capirvi
se faceste finta di niente, voltandovi dall’altra parte, quasi foste ormai
incapaci di emozioni. Quelle vere…
31/05/2006
1. Make love with (allumettes Muller Version)
2. Allumettes
3. Par Avion
4. Alien Taxi
5. Init
6. E' Tempo
7. A.M.
8. Accalappiacani
9. Poco importante
10. Penny Arcades
11. Ai Docks
12. Guarda; Impara, Ricorda
13. White-hole hortensia
14. Alien Taxi (versione strumentale)