Arti & Mestieri

Il Giappone è la terra d'esportazione per eccellenza per il caro vecchio progressive italico. Passata l'ora dei mostri sacri è finalmente giunto il momento per lo sbarco in Oriente dei meno rinomati ma pur validi Arti & Mestieri. Certo i tempi di "Tilt" sono ormai lontani 33 anni e dei membri originari ne sono rimasti solo due su sette (Beppe Crovella alle tastiere ed il favoloso Furio Chirico alla batteria): qualcosa è cambiato, insomma. Arti & Mestieri ne prendono atto e cercano di calibrare il loro live in equilibrio fra celebrazione e rinnovamento, mettendo in scena un suono più pomposo e vivido che perde un po' di magia ma non paga un dazio eccessivo.

L'album è diviso in tre atti: una suite da "Tilt", una da "Giro di valzer per domani" e una sequenza di canzoni dai lavori successivi. L'operazione lifting funziona bene in "Tilt", anche se appunti possono essere fatti sui tagli (sono lasciate fuori le "Articolazioni"), su alcuni passaggi rivisti in chiave maggiormente jazz ("In cammino") e sul nuovo cantante Iano Nicolò, voce languida e manieristica con eccessivi e inadeguati riferimenti a Stratos. La scelta della scaletta di "Giro di valzer per domani" è al contrario fra le migliori possibili, ma la qualità dell'opera seconda degli Arti & Mestieri è inferiore rispetto all'esordio. I pezzi che completano il live - i saliscendi pianistici di "Kawasaki", il violino di "Arcensiel" - non aggiungono granché.
"First Live in Japan" è una antologia dal vivo con qualche limite intrinseco (dal lato compositivo) e fisiologico (l'essere tarda), che nonostante qualche buon sapore non è consigliabile se non ai fan del gruppo.

18/07/2008