Earthmonkey

Be That Charge

2007 (Beta-Lactam Ring)
kraut-rock, psichedelia

E’ di nuovo tempo di krautadelia cosmica senza compromessi, di chitarre densamente distorte, di navigatori interstellari e collassi psichedelici indotti da sostanze  psicotropiche? Sembra di sì, almeno a giudicare dalla non indifferente quantità di musicisti alle prese con dogmi space/progressive in questi ultimi tempi, anche se in realtà il fuoco kraut-rock non aveva mai smesso di ardere, seppur sottotraccia in quei contesti  maggiormente derivativi, o anche rinfocolato da combustibili rielaborativi, ove un’elevata creatività - si vedano i casi di Comets On Fire, Oneida, Acid Mothers Temple tra gli altri - permetteva di superarne gli stereotipi.
In questa situazione d’ormai spinto relativismo culturale, più che benvenuto qualora significhi scoperta della particolarità,  emersione delle nicchie, l’attenzione sta appunto rivolgendosi verso musiche di genere, una volta relegate all’esclusivo interesse degli appassionati. Cosicché una critica smarrita come quella attuale, e che muove orizzontalmente (aiutata certamente dal web in tal senso) non sta mancando di posare i riflettori sulla più o meno nuova generazione di flippati cosmici, ben rappresentata da compagini della levatura di Litmus,  Mammatus, Tivol, Zodiacs, Zdrastvootie etc.

In tal consesso merita di entrare a pieno titolo Earthmonkey, moniker dietro cui si cela Peat Bog, hippy old style dedito al culto della psichedelica, nonché  accreditato collaboratore di Nurse With Wound. Le scarne note biografiche offerte da Beta-Lactam Ring presentano un  personaggio sui generis, nomade per vocazione e affascinato dalle droghe come strumento di estensione percettiva… fuori tempo massimo, insomma, come del resto, il presente  “Be That Charge”, triplo mastodonte dal pulsante cuore space-rock
Taj Mahal Travelers, Amon Duul II, Sparifankal, Monks, Brainticket, Ton Steine Scherben paiono essere i referenti di Earthmonkey, solo in minima parte filtrati da suggestioni post-'77. Suoni retrivi nella loro ortodossia, eppure vitali nel conservare un’invidiabile coerenza interna, nell’oscillare senza soluzioni di continuità tra dissacranti sfuriate chitarristiche (“Be That Charge”, “When She Watches Television”) e allucinate svenevolezze freakedeliche (Jockin’Joe, “Funhouse”).
D’altro canto, è proprio nella robustezza guitar-rock che s’intravede qualche riferimento post-modernista, ai Comets On Fire, ad esempio, in “Hydraulic Bugger”, a Julian Cope in “E-Freeme Buzzbomb”.

Il terzo disco, “Discobalistic”, disponibile unicamente per le prime trecento copie, cambia direzione, orientandosi verso elettroniche destrutturate, anche qui decisamente vecchia maniera. Analogiche verrebbe da dire, ma ha ancora senso? Dick Raaijmakers e Conrad Schnitzler guidano la sperimentazione di Earthmonkey, che concepisce gli otto pezzi come un’unica suite a incastri, con sussulti  ambient/rumoristi qua e là, che tendono nemmeno troppo velatamente verso grammatiche post-industriali (Andrew Liles, Hafler Trio).
Senza indugi, è nuovamente ora di leccare il Bufo Alvarius.

10/05/2007

Tracklist

Disc 1

 

  1. Be That Charge
  2. Jokin' Joe
  3. Hydraulic Bugger
  4. Funhouse
  5. Spinal Unwinda
  6. When She Watches Television
  7. Echo Base
  8. Scaccia Pensieri


Disc 2

 

  1. Be That Charge Agin'
  2. E-Freeme Buzzbomb
  3. Sapphire Wave
  4. Sister Marble Gazer


Disc 3 (“Discobalistic”)

 

  1. Hand It All Over
  2. Descent Into Basecloud
  3. My Eye That Sighs
  4. The Breeder Belt Tar Hogs
  5. Unwound'N'Unbound
  6. Pea Pods Plasma Square
  7. Spike Saw N' Gong
  8. Hilarious Craterworm Mascot

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