Fulborn Teversham

Count Herbert I I

2007 (Pickled Egg Records)
art-jazz/rock

Tre quarti degli Acoustic Ladyland, i Fulborn Teversham sono una nuova, interessante realtà inglese, al confine tra rock e jazz, ma con lasciapassare arty. Ovvero, del divertimento assicurato. E lo si capisce subito, giusto il tempo di realizzare che "Beachtune" è un piccolo prodigio punk-jazz, dove i ghirigori di synth e il sax starnazzante assumono le fattezze di giostrai divertiti e coscienti del loro impazzare sopra le righe. Un incipit programmatico, appena stemperato da una title track sospesa tra ambientazioni RIO, levitazioni chiesastiche e tribalismi ingessati, per una sorta di mappatura "mentale", meno esuberante, di un sound padroneggiato alla grande, con dovizia di particolari e senso della misura. 

Altro chiarimento in merito, la contemplazione surreale di "Silent", in cui ci ritroviamo sorpresi di noi stessi mentre seguiamo, ipnotizzati, il farsi e il disfarsi di piccole sfumature che danno senso al tutto, pur nella loro marginalità. Poi, la voce di Alice Grant, un sussurro che traduce l'incanto in qualcosa di meno austero, di più umano. T'accorgi, però, che di questa umanità c'è da fidarsi poco, tra un cabaret che segue, più che deciso, una dimensione parodica ("Castle Music") e uno scandire solennemente funebre ("Amazing") che davvero fa fatica a trattenersi se subito s'immerge, poco dopo, nel p-funk muscolare di "You And Me", superbamente strapazzato da Mr. sax schizoide.

E' chiaro, a questo punto, che Fulborn Teversham è un mondo multidirezionale, in cui regna l'avventura, il gusto per salti successivi, la benedizione del coraggio e del "viaggio" senza mete prefissate. Per cui, non ci stupiamo se la desolazione venata di pacificazione che scorge il capo dalle fessure di "Even If" precede il pavoneggiarsi jazz-rock di "Mara Song", la cui architettura il sax di Pete Wareham egregiamente sostiene e addita con decisione. Quale, poi, il nostro abbandonarci malinconico sulle note dolcemente cullate di "The Love That Was Went Away", Coltrane-bignami che scalda cuore e anima, come un tramonto ben allestito!...

Classe da vendere, nonostante l'evidenza di un lavoro che, pur lanciando la sfida, sinceramente espone una volontà di perfezionamento, un volersi ancora misurare con se stessi, ma senza fretta, senza strafare. Dopotutto, questa è una band che può davvero fare la voce grossa, se solo... se. Per il momento, però, ci bastano, eccome, questi piccoli quadretti di nerboruta creatività, tra frivolezze panoramiche ("Off Song"), gaudiose escandescenze jazzy ("New Transylvania"), nevrosi "sottocutanee" con carezze e strappi Braxton-iani ("Empty Shell") e walzer arcaici ("Uhse"). Poi, i titoli di coda (1515") di un esordio da non sottovalutare.

09/03/2007

Tracklist

1. Beachtune
2. Count Herbert II
3. Silent
4. Castle Music
5. Amazing
6. You And Me
7. Even IF
8. Mara Song
9. The Love That Was Went Away
10. Off Song
11. New Transylvania
12. Empty Shell
13. Uhse
14. 1515

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